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Wall Street chiude in netto ribasso, peggiore seduta del 2012

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New York – Wall Street ha chiuso in netto ribasso (la peggiore seduta del 2012 sia in punti che in percentuale) sulla scia del crollo delle borse europee, e in particolare alla Borsa di Milano che ha perso circa -5%, nonche’ delle previsioni negative sui risultati trimestrali in arrivo a partire da oggi. Il Dow Jones ha perso l’1,65% e chiuso a quota 12715,93; il Nasdaq ha ceduto l’1,83% a 2991,22 punti sotto la soglia psicologica dei 3.000 punti e lo S&P500 perde l’1,71 per cento, a 1.358,59. In rosso anche il petrolio, che ha terminato la seduta in calo dell’1,4 per cento, a 101,02 dollari il barile, ai minimi da febbraio. Per quanto riguarda le valute, l’euro è scambiato in calo dello 0,18 per cento a 1,3082 dollari.

Rendimenti dei Treasury in calo, seguono l’andamento dell’azionario, che torna sui livelli di inizio marzo. Oro in rialzo tende a convergere nuovamente con l’azionario (ritorni da inizio anno), dopo che l’operazione LTRO2 (la seconda operazione di rifinanziamento di lungo della Bce) aveva portato i due a scollegarsi. Segnale che si sta esaurendo la linfa vitale data ai titoli.

Sebbene Apple continui a rimanere in un periodo di forza, con +55% da inizio 2012, i principali settori dell’indice S&P500 continuano a soffrire e stanno calando rapidamente. Dopo il settore delle utilities, anche quello Energy vira in rosso da inizio anno, mentre quello financial sembra ancora reggere. Nessuno escluso comunque. Anche Apple soffre e registra il calo più forte da metà dicembre, con l’S&P500 in fase di avversione al rischio che torna sotto la media mobile a 50 giorni.

In forte rialzo l’indice della volatilità, il Vix, si porta sulla media mobile a 100 giorni, appena dopo il balzo di due giorni più forte da 5 mesi. Mentre si assiste a un rimpatrio di yen giapponesi, il cambio eurodollaro rimane tutto sommato stabile.

In generale si assiste a un ritirata dell’ingente liquidità recentemente immessa nel sistema. Adesso sarà interessante osservare l’evolversi della situazione in Europa e se tornerà nuovamente la pressione sulle banche italiane e spagnole.

Preoccupa anche la mancata indicazione da parte della Federal Reserve sull’arrivo di un nuovo QE3, ovvero di nuovi stimoli monetari che possano risollevare un’economia, quella americana, la cui ripresa non convince ancora, come più che confermato dagli ultimi numeri contenuti nel rapporto sull’occupazione.

Reso noto intanto il dato sulle scorte di magazzino all’ingrosso Usa, che sono salite più delle previsioni.

Wall Street è reduce dalla peggiore flessione in un mese, avvenuta nella giornata di ieri, proprio per i timori sulle condizioni in cui versa il mercato del lavoro Usa. Non sono affatto confortanti, tra l’altro, riguardo alla performance dello S&P500, le previsioni di Nomura.

Gli analisti di Sharps Pixley parlano di “rinascita dell’incertezza” a seguito dei numeri sull’occupazione Usa, ma anche a causa delle incognite sul futuro dei paesi periferici dell’Eurozona; pesa poi l’inflazione cinese, che a marzo è stata più alta delle attese. Viene spiegato anche così il recente recupero dell’oro, che però ora fa anch’esso dietrofront. Anne-Laure Tremblay, strategist presso BNP Paribas della divisione dei metalli preziosi, ritiene comunque che l’argentio, il platino e il palladio saliranno così come l’oro per tutto il 2012 e il 2013.

Intanto, inizia ufficialmente la nuova stagione degli utili, che vedrà protagonisti i bilanci del primo trimestre del 2012. In giornata Alcoa, il più grande produttore statunitense di alluminio, batte le attese e riporta un utile per azione pari a 10 centesimi, contro stime per una perdita pari a 4 centesimi per azione, nonostante il calo del prezzo dell’alluminio. Titolo in calo a mercati aperti -2,9%, nel dopo-borsa sale del +6% circa in seguito all’annuncio dei risultati d’esercizio.

Questa settimana renderanno noti i propri conti anche i colossi Google (dopodomani, giovedì), JP Morgan e Well Fargo (entrambe nella sessione di venerdì). Al momento Alcoa segna però un trend negativo, con il titolo in calo dello 0,73%.

Apple in rialzo, dopo le nuove indiscrezioni sul lancio dell’iPhone 5. Il titolo sale a 643 dollari, in crescita dello 0,89%, Dell +1,57%. Ma il Nasdaq, dopo aver agguantato il territorio positivo, si allinea al trend in rosso degli altri indici americani. L’indice dei semiconduttori Philadelphia Semiconductor Index si mantiene comunque positivo con +0,25%.

Contrastati i finanziari, con Bank of America +0,90%, JP Morgan -0,55%, Morgan Stanley -0,72%, Citigroup +0,50%.

Un sondaggio di Reuters nella giornata di ieri ha rivelato tutto il pessimismo delle più grandi aziende di Wall Street sulla ripresa del mercato del lavoro Usa e dell’economia in generale. Investitori generalmente intimoriti dopo i forti rialzi registrati da inizio 2012.

Situazione racchiusa molto bene nell’ultima nota di Mikkel Kierkegaard Petersen, esperto azionario per Nordea Private Bank. “La crescente attenzione sui rendimenti dei bond spagnoli, i crescenti rischi legati alla possibilità di un atterraggio duro in Cina e nessun segnale di nuovi stimoli monetari dagli Stati Uniti, hanno portato e stanno portando gli investitori a togliere il piede dall’acceleratore. (Detto questo), i supporti dell’S&P00 e del Dax al momento sembrano reggere e dunque non sarebbe niente di strano attendersi ancora un leggero rialzo verso la fine dell’anno”.

In mattinata, anche l’azionario asiatico è stato appesantito, a causa della mancanza di nuovi stimoli per la ripresa da parte della Banca centrale del Giappone.

La Cina ha registrato inaspettatamente un surplus della bilancia commerciale, ma la minore crescita delle importazioni preoccupa il resto delle economie globali che puntano sulle esportazioni per la loro ripresa. I dati sulla bilancia commerciale cinese a marzo hanno di fatto battuto le attese, con un attivo di $5,35 miliardi, oltre il deficit stimato di $1,3 miliardi. Esportazioni +8,9%, contro attese per +7,2%. Importazioni +5,3% contro previsioni per +9%, segnale di debolezza della domanda.

Dal fronte societario, riflettori su Facebook – ormai a un passo dalla quotazione a Wall Street attesa a maggio – annuncia che paghera’ $1 miliardo in contanti e azioni per Instagram.

In ambito valutario, l’euro torna a perdere nei confronti del dollaro, segnando una flessione a quota $1,3082. Verso lo yen, la moneta unica arretra dello 0,93%, a JPY 105,56. Rapporto dollaro/yen in flessione dello 0,78%, a JPY 80,70.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio scendono a 101,02 al barile, mentre le quotazioni dell’oro virano in rosso reggono a $1.660,70 l’oncia.