New York – Wall Street chiude un’altra giornata in rialzo. L’azionario Usa si è inizialmente allineato alla performance delle borse europee, che segnavano forti rialzi, ma che sono preda anche di forti oscillazioni. Ma poi il segno piu’ ha prevalso, con rafforzamento dei buy.
In chiusura l’indice S&P500 sale così di 15,81 punti, (+1,35%), a quota 1.188,68, mentre il Dow Jones guadagna 140,88 punti (+1,27%), a 11.246,73. In rialzo il Nasdaq, che avanza di 40,40 punti (+1,60%), a 2.572,55.
La preoccupazione è sempre per il destino dell’Eurozona. Inizialmente si era guardato con speranza alla soluzione della crisi europea, grazie all’annuncio del presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso sull’imminente presentazione di una opzione sugli eurobond. Ma, parlando da Roma, il ministro dell’economia tedesco e vice-cancelliere ha nuovamente ribadito il no assoluto della Germania all’ipotesi degli eurobond e ha anche aggiunto di non aver fatto marcia indietro sull’ipotesi di un default della Grecia. Come se non bastasse, poi, il parlamento austriaco ha bloccato la riforma del fondo-salva stati europeo.
Tornano a pesare così i timori sulla stabilità dell’eurozona e delle banche esposte ai debiti: Moody’s ha tagliato stamane i rating di Credit Agricole e Société Générale e Fitch ha ridotto la valutazione di cinque regioni spagnole, dopo aver minacciato un downgrade sull’intero debito sovrano del paese iberico.
Prima dell’inizio della giornata di contrattazioni aveva parlato il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner: il ministro aveva affermato che gli Stati Uniti hanno un grande interesse ad aiutare l’Europa, e che sono i timori sul Vecchio Continente che stanno alimentando una cautela non necessaria sui mercati. “I leader europei sanno che devono fare di più – aveva detto – (Ma) non c’è alcuna possibilità che si arrivi a una crisi europea del genere di quella di Lehman”. Eppure, i mercati scontano comunque il peggio, e un report di Jefferies pronostica proprio un evento stile Lehman.
Sostiene il rialzo dell’azionario l’esito della conference Papandreou-Sarkozy-Merkel, con i leaders di Germania e Francia che hanno confermato il loro supporto perché la Grecia rimanga nell’Unione. In ripresa anche l’euro.
Tra le storie di interesse a livello societario Dell, dopo che il cda ha dato l’approvazione a un piano di riacquisto di azioni per un valore di $5 miliardi, e Google, che ha aumentato la sua offerta di acquisto per Motorola Holdings del 33%, a $12,5 miliardi (il titolo è però piatto).
In generale salgono i tecnologici, con il Philaldelphia Semiconductor Index che riduce però i guadagni e avanza dello 0,80%; in rialzo appunto Dell (+1,77%), Oracle (+0,78%), Nvidia (+4,78%) e Apple (+1,16%). Contrastato invece il settore finanziario, che guarda ai rally dei finanziari in Europa e anche all’upgrade degli analisti di Sterne Agee su Hartford Financial Services (titolo +3,20%). E che nonostante queste due notizie punta verso il basso: Bank of America scende dello 0,14% e JPM cala dello 0,77%.
Le notizie che sono arrivate dal fronte macroeconomico Usa hanno confermato una situazione ancora in difficoltà: a fronte di un’inflazione che è rimasta sotto controllo, c’è stata infatti la delusione per le vendite al dettaglio, particolarmente deludenti, in quanto rimaste praticamente invariate rispetto al mese di luglio, mettendo in evidenza per l’ennesima volta la debolezza dei consumi. Le vendite di auto e componenti sono scese tra l’altro ad agosto dello 0,3%: si tratta del risultato peggiore dal mese di maggio. La parola spetta al presidente americano Barack Obama, il cui consenso è sceso tra l’altro ai minimi dopo il piano per rilanciare l’occupazione.
Riguardo alla situazione in cui versano gli indici azionari, da segnalare che lo S&P 500 è sceso del 18% circa dal 29 aprile – quando ha testato i massimi degli ultimi tre anni – fino all’8 agosto, proprio sulla scia della crisi dei debiti sovrani in Europa e le preoccupazioni sul rallentamento dell’economia.
Sul fronte valutario l’euro in ripresa nei confronti del dollaro e al momento è raggiunge $1,3741; la moneta unica è praticamente piatta sul franco svizzero a CHF 1,2045; sullo yen in rialzo a JPY 105,40.
Sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio sono a quota $89,91 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono a quota $1.826,50 l’oncia.