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WALL STREET CEDE ALLE PRESSIONI RIBASSISTE

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Dopo un avvio in altalena Wall Street ha ceduto alle pressioni ribassiste del sofferente comparto finanziario e all’incertezza sul destino dei colossi dell’auto statunitensi per cui non e’ ancora chiaro che saranno in grado di ottenere i fondi governativi previsti dal piano di salvataggio da $700 miliardi. Ad appesantire la situazione anche il rilascio dei deludenti dati macroeconomici che hanno evidenziato un calo record dei prezzi ed un deterioramente del mercato delle case.

Il tonfo dei prezzi al consumo (dopo quello di ieri registrato nei prezzi alla produzione) ha seriamente sollevato preoccupazioni su una fase di deflazione dell’economia che potrebbe spingere le aziende a tagliare ulteriormente i costi. Inoltre il mercato immobiliarecontinua a rimanere debole: i nuovi cantieri edili sono scesi al peggior livello dalla Seconda Guerra Mondiale, le licenze di costruzione sono ad un minimo storico. Proprio ieri e’ stato rilasciato un rapporto che ha evidenziato un crollo della fiducia dei costruttori ai minimi assoluti.

Piu’ tardi in serata, alle 20:00 ora italiana, saranno infine diffusi i dettagli sulla riunione della Fed dello scorso 29 ottobre in cui fu deciso un abbassamento del costo del denaro pari allo 0.50%. I futures sui fed funds indicano che nel meeting di dicembre la Banca Centrale Usa potrebbe ritoccare i tassi (che al momento sono all’1.00%) di un altro mezzo punto percentuale.

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Sul fronte societario, Citigroup sta estendendo le perdite degli ultimi giorni, in calo del 7% circa, sotto gli $8 dollari. La banca ha annunciato in settimana tagli al personale per oltre 50.000 unita’. Alcuni analisti hanno segnalato in mattinata la possibilita’ di ulteriori svalutazioni fino a $3 miliardi nel trimestre in corso.

Pesante General Motors, in ribasso del 16% circa dopo aver toccato un minimo da 66 anni a $2.52. In calo del 13% il titolo Ford. Al Congresso Usa si susseguono le audizioni mentre prosegue vivace il dibattito sull’aiuto all’auto e un eventuale utilizzo a questo scopo dei 700 miliardi di dollari stanziati per sostenere il settore finanziario. Ieri i manager di GM, Ford e Chrysler hanno ammonito il Congresso sul possibile disastro cui potrebbe andare incontro il settore. A spaventare gli investitori sono le conseguenze sull’economia di un eventuale fallimento di uno dei produttori di Detroit.

L’agenzia TrimTabs nota che che nell’ultima settimana i nuovi programmi societari di riacquisto di azioni proprie sono ammontati ad un valore medio di $400 milioni al giorno, in ribasso del 90% rispetto allo scorso anno. Il fatto sarebbe da spiegare con il crollo generale del free cash flow per molte aziende.