Ancora una seduta nel segno delle vendite a Wall Street. Dopo essersi mossi poco sotto la parita’ per gran parte della seduta, i listini azionari hanno accelerato sul finale replicando quanto accaduto nella seduta precedente. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.91% a 13110, l’S&P500 dell’1.32% a 1451, il Nasdaq ha ceduto lo 0.98% a 2618. I dati macro diffusi in giornata hanno evidenziato una buona situazione del comparto manifatturiero, una dinamica inflazionistica sotto controllo (ma non ideale) e alcune pressioni nel mercato del lavoro. Restano dubbi sulla crisi del credito e timori sulla comunicazione di nuove svalutazioni delle grosse banche d’affari.
Nel mese di ottobre i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0.3% rispettando le attese degli analisti; anche il tasso “core”, depurato dalle componenti piu’ volatili come cibo ed energia si e’ attestato al livello previsto dal mercato. Il rialzo mensile dello 0.2% ha pero’ portato il tasso annuale al 2.2%, oltre il “comfort level” fissato dalla Fed. Cio’ potrebbe trattenere la Banca Centrale dall’attuare un nuovo taglio al costo del denaro nel meeting di dicembre.
Hanno sorpreso in negativo i numeri giunti dal mercato del lavoro, con le richieste di sussidio in rialzo di 20 mila unita’, oltre il livello stimato dagli economisti; positivi invece gli aggiornamenti sull’attivita’ manifatturiera delle aree di New York e Philadelphia.
La situazione sul mercato continua a rimanere molto incerta. Mercoledi’ la banca d’affari Bear Stearns (BSC) ha offerto alcuni spunti positivi agli investitori grazie all’annuncio di un drastico riposizionamento delle operazioni ad alto rischio. Rassicurazioni sono arrivate in settimana anche da Goldman Sachs (GS). Tuttavia, e’ ancora viva la paura che nei prossimi mesi si possa assistere ad un nuovo ciclo di svalutazioni delle grosse banche d’affari per via dell’esposizione sul rischioso business dei mutui subprime.
La banca d’affari inglese Barclay’s ha riportato perdite per $2.7 miliardi nel periodo luglio-ottobre; persino un fondo gestito dal braccio finanziario di General Electric (GE) ha subito l’impatto del “credit crunch” riportando perdite inaspettate. Il Wall Street Journal ha previsto ulteriori svalutazioni per i colossi finanziari Citigroup (C) e UBS.
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Alcune pressioni sono giunte anche dalle ultime trimestrali societarie che hanno risvegliato lo spettro di un rallentamento della spesa dei consumatori. A deludere gli operatori e’ stata Applied Materials (AMAT), che non sara’ in grado di rispettare le attese degli analisti sui risultati fiscali del trimestre in corso. Brutta anche la trimestrale della societa’ di abbigliamento JC Penney (JCP) il cui titolo e’ arretrato di oltre il 5%.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico il greggio ha ceduto terreno dopo che gli ultimi dati settimanali hanno mostrato un incremento inatteso delle scorte. I futures con consegna dicembre sono arretrati di 66 centesimi a $93.43 al barile. Sul valutario, euro in live flessione nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4620. In forta calo l’oro. I futures con scadenza dicembre sul metallo prezioso hanno ceduto $27.40 a $787.30 all’oncia. In buon progresso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.1590% dal 4.2690% di mercoledi’
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