New York – All’indomani della chiusura dovuta alla festività nazionale del Memorial Day, Wall Street ha voglia di buy e termina la giornata con un buon +1%.
In chiusura il Dow Jones sale di 125,86 punti (+1,01%), a 12.580,69 punti, mentre il Nasdaq avanza di 33,46 punti (+1,18%), a 2.870,99. In crescita anche lo S&P500, che mette a segno un rialzo di 14,60 punti (+1,11%), a 1.332,42.
Da segnalare che lo S&P500 ha guadagnato la scorsa settimana l’1,7%, grazie alle valutazioni più basse da novembre, che hanno convinto gli investitori a riposizionarsi sul mercato Usa. L’indice ha perso comunque il 5,7% dall’inizio di maggio e si appresta a chiudere il mese peggiore dallo scorso settembre, sulla scia delle preoccupazioni sul rallentamento della crescita economica globale e per la possibilità che la Grecia lasci l’Eurozona. Tre settimane di cali, pari a -7,7%, hanno portato il rapporto price-to-earnings dello S&P 500 a 13,1 lo scorso 18 maggio, al di sotto della media di 16,4, per la prima volta dal 1954.
Dal fronte economico, delusione per l’indice relativo alla fiducia dei consumatori, che si è rivelato ben peggiore delle attese degli analisti, scendendo a maggio a quota 64,9, contro i 69,4 attesi dal consensus. Il valore è al minimo dal mese di gennaio, ma i mercati americani superano la delusione.
Il Dow Jones è sostenuto soprattutto da Caterpillar, Alcoa e Intel. A far salire gli indici sono poi, in generale, i settori tecnologico e delle commodities. Balza il Philadelphia Semiconductor Index, che accelera al rialzo con +2,17%: Advanced Micro Devices +3,86%, Micron Technology +2,68%. Altri titoli hi-tech in crescita sono Microsoft +1,72%, Dell +1,61%, Cisco +1,59%.
Reso noto prima dell’inizio della sessione l’indice S&P/Case-Shiller, che misura la performance dei prezzi delle abitazioni nelle 20 principali aree metropolitane. Anche questo indicatore ha subito una flessione, ma si è confermato lievemente meglio delle attese (-2,6% su base annua contro -2,8% atteso).
Euro in calo a $1,2486.
Occhio sempre al trend dei mercati europei influenzato dai timori sul futuro della Spagna, dopo i pessimi dati che sono arrivati dal fronte economico del paese. L’attenzione rimane poi sul caso Bankia, terza banca della penisola iberica, che punta a ricevere nuovi fondi per la propria ricapitalizzazione. Gli investitori guardano in generale con timore al rialzo dei tassi sui titoli di stato spagnoli a 10 anni, che si avvicinano alla soglia limite del 7%, e anche all’ultima asta italiana, che ha messo in evidenza un aumento dei rendimenti sui Bot a sei mesi al di sopra della soglia del 2%.
Detto questo, Wall Street si sente rassicurata da quanto detto al Wall Street Journal da un’alta carica della Federal Reserve: gli Stati Uniti, ha precisato il funzionario, potrebbero infatti sopportare un eventuale ulteriore deterioramento della situazione in Europa.
OUTLOOK ANALISTI SU S&P 500
Alcuni analisti iniziano però già a formulare previsioni sul futuro andamento dello S&P 500, nel caso in cui la Grecia lasciasse l’Eurozona. Secondo gli esperti di Credit Suisse, se tale scenario si concretizzasse, lo S&P scenderebbe inizialmente fino a quota 1.200 punti; una “risposta aggressiva” da parte delle autorità potrebbe però riportarlo successivamente a guadagnare il 20%. Se invece si dovesse verificare un crack dell’intera Eurozona, l’indice scivolerebbe fino a 950 punti.
ATTESA PER DUE APPUNTAMENTI CRUCIALI
Sull’azionario Usa, si scommette sul miglioramento dei dati economici americani: i riflettori sono soprattutto sulla pubblicazione, venerdì 1° giugno, del rapporto sull’occupazione di maggio. Successivamente, un altro appuntamento cruciale in calendario è la riunione del Fomc, il braccio di politica monetaria della Federal Reserve , i prossimi 19 e 20 giugno. “la riunione potrebbe essere l’ultima opportunità per la Fed di annunciare ulteriori manovre di quantitative easing, prima della fine delle campagne elettorali per le elezioni di novembre”, ha scritto in una nota ai clienti David Morrison, strategist senior dei mercati presso GFT Markets.
GIUDIZI NEGATIVI SU JPM, GS, MS E CITI
Guy Moszkowski, analista di Bank of America Merrill Lynch, ha tagliato le stime sui profitti dei grandi colossi bancari di Wall Street, relativi al secondo trimestre dell’anno. “I timori macro continuano a pesare”, ha detto, nel motivare la propria scelta. Il target sull’utile per azione del secondo trimestre di Goldman Sachs è stato tagliato dai precedenti $2,47 a $1,15; nel caso di JP Morgan, le previsioni sono ora di un utile per azione di 61 centesimi, contro i 67 centesimi precedentemente attesi. Morgan Stanley: in questo caso outlook tagliato di 10 centesimi per azione a 38 centesimi per azione; riguardo infine a Citigroup, BofA prevede un utile per azione di 94 centesimi, inferiore a $1,03 precedentemente attesi.
I titoli bancari tuttavia resistono molto bene: Goldman Sachs +1,68%, Citi balza +2,08%, Morgan Stanley fa +2,94%, JPM +0,39%. L’indice che rappresenta i finanziari scambiati sullo S&P 500, il Financial Select Sector SPDR ETF, avanza +1,43%.
STORIE SOCIETARIE
Sul fronte aziendale, in forte rialzo fino a +26% il titolo Opera Software, sulle voci secondo cui il colosso dei social network Facebook, starebbe discutendo sulla possibilitĂ di acquistare la societĂ , per sfruttare la tecnologia del suo software nei dispositivi mobili.
Facebook, intanto, vede le proprie quotazioni scendere più -9,62%, e attestarsi a un valore inferiore rispetto al giorno dell’Ipo di quasi il 30%.
VALUTE E MATERIE PRIME
In ambito valutario, l’euro perde terreno sul dollaro a $1,2486. La moneta unica cede anche sullo yen a JPY 99,29, mentre il rapporto dollaro/yen è fermo a JPY 79,52.
Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio arretrano a quota $90,76 al barile, mentre le quotazioni dell’oro a $1.548,70 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano in flessione all’1,745%.