La Borsa di New York chiude in moderato ribasso una seduta caratterizzata dall’incertezza. Non sono bastati una serie di risultati societari migliori del previsto cui si sono uniti dati macro confortanti.
I guadagni del pomeriggio si sono lentamente, ma inesorabilmente ridotti sul finale, anche a causa del peggioramento dei titoli finanziari (benchmark settoriale XLF -1.5%). Il Dow Jones ha perso lo 0.03% a quota 10193.46, il Nasdaq lo 0.32% a 2203.73 punti, mentre l’S&P 500 ha lasciato sul campo lo 0.42% attestandosi in area 1092.15.
Il mercato aveva aperto le contrattazioni in rosso, preoccupato dalle ripercussioni che avra’ sull’economia mondiale il piano di Pechino per limitare i prestiti bancari. Gli investitori statunitensi (e non solo loro) temono che un eventuale rallentamento della poderosa crescita cinese possa destabilizzare la ripresa degli altri Paesi.
Ad attirare in un secondo momento acquirenti sul mercato ha contribuito il miglioramento dell’outlook sulle condizioni economiche da parte del Fondo Monetario Internazionale.
Come dimostra la crescita della fiducia dei consumatori in gennaio, gli americani sono sempre piu’ ottimisti sul futuro immediato. Il rialzo superiore alle previsioni dei dati ha rilanciato le prospettive per una ripresa solida dell’economia.
La maggior parte delle trimestrali intanto e’ risultata migliore del previsto, contribuendo a sostenere il mercato e a mettere in secondo piano le preoccupazioni riguardanti l’economia, alimentate dalle notizie provenienti anche dal Giappone, il cui rating sul debito sovrano e’ stato tagliato a negativo da stabile.
Le componenti del Dow Travelers, Verizon e Johnson & Johnson hanno tutte riportato utili solidi, dopo che ieri a mercati chiusi la produttrice di chip Texas Instruments e il gigante informatico Apple hanno presentato cifre piu’ alte delle attese, rivedendo inoltre al rialzo le linee guida. Tuttavia e’ ormai opinione diffusa tra gli investitori che numeri di questo tipo siano gia’ scontati nel valore dei titoli in Borsa.
A placare, anche se solo in parte, l’entusiasmo sulle cifre di Apple ha poi influito un cambiamento nel modo di calcolare i numeri fiscali. I risultati sono pero’ stati sufficienti a far si’ che Citigroup alzasse il prezzo obiettivo dell’azienda californiana, i cui titoli sono in progresso di circa l’3.5%.
Intanto il mercato aspetta con ansia di conoscere la decisione della Fed sui tassi di interesse e su eventuali exit srategy, la riconferma o meno del numero uno della Banca Centrale Ben Bernanke, l’intervento del presidente Barack Obama alla State of the Union e gli ulteriori sviluppi in materia di sistema di controllo del settore finanziario.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico in flessione le quotazioni del greggio. I futures con consegna marzo cedono $0.56 attestandosi a quota $74.70 al barile. Sul valutario la moneta unica si indebolisce a $1.4076. In calo anche l’oro a $1100.00 l’oncia (+$3.20). Arretrano i prezzi dei Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che e’ salito al 3.6300% dal 3.5840% di ieri.