Società

WALL STREET:
DOW JONES TORO
E’ NUOVO RECORD

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La seduta di borsa si e’ chiusa con gli indici positivi, con il Dow Jones volato ad un nuovo massimo storico, 4.36 punti oltre il precedente record segnato il 14 gennaio 2000 a 11722.98. Durante le contrattazioni il DJIA e’ arrivato a toccare gli 11758.95 punti sorpassando per la prima volta dopo sei anni e 9 mesi il precedente record di 11750.28 punti raggiunto intraday lo stesso giorno 14 gennaio del 2000. L’indice industriale e’ avanzato dello 0.49% a 11727.34, l’S&P500 ha chiuso in rialzo dello 0.29% a 1334, il Nasdaq ha guadagnato lo 0.27% a 2243.

Da notare che il Dow Jones fa storia a se’, anche perche’ non e’ considerato dai gestori di fondi e money manager un indice rappresentativo, in quanto vi sono quotate soltanto 30 societa’ industriali (su oltre 6000 scambiate al Nyse). L’indice del mercato “allargato”, il benchmark S&P500, chiudendo la seduta a 1334, e’ a circa 200 punti al di sotto del record storico del 2000 (-12%). Per non parlare dell’indice dei titoli tecnologici Nasdaq Composite, che a 2243 punti e’ ancora piu’ che dimezzato rispetto al massimo storico del marzo 200 di 5048 punti.

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Ad innescare gli acquisti sull’azionario, dopo due giornate consecutive di cali, e’ stato il forte ritracciamento del greggio, scivolato a livelli di sette mesi fa. Cio’ fa sperare in uno scenario che agevoli la propensione futura al consumo degli americani e quindi una spinta allo sviluppo economico.

I futures con scadenza novembre sull’oro nero hanno ceduto $2.35 (-3,9%) per chiudere a $58.68 al barile. Nonostante i possibili tagli della produzione annunciati da Nigeria e Venezuela, e il possibile meeting di emergenza a carico dell’OPEC, l’elevato livello attuale delle scorte lascia gli operatori fiduciosi nella soddisfazione della domanda, mentre ci inoltriamo nella rigida stagione invernale, nota per l’incremento dei consumi di carburante da riscaldamento. La flessione dei costi energetici, inoltre, potrebbe avere l’effetto di rilanciare la spesa dei consumatori.

La banca d’affari Merrill Lynch ha tagliato il rating sul comparto a “Underweight”, citando l’erosione della crescita degli utili e del potere sul prezzo. L’indice settoriale (XOI) e’ arretrato del 3.6%, quello dei servizi petroliferi (OSX) del 4.4%. Sotto pressione titoli come Exxon Mobil e Conoco Phillips, quest’ultimo danneggiato anche dalla comunicazione del gruppo relativo ad un calo della produzione rispetto al trimestre precedente.

A preoccupare gli investitori in avvio erano state le deludenti notizie societarie, proveniente per lo piu’ dal comparto hi-tech, con i downgrade emessi da alcune banche d’affari su Dell e Broadcom. Maggiori tensioni sono state poi alzate da Marvell Technology Group, che ha rivisto al ribasso l’outlook per il terzo trimestre e annunciato la revisione dei passati bilanci fiscali a causa di pratiche poco chiare sulle stock options, mandando giu’ il titolo del 12%.

L’unica societa’ dell’S&P500 che ha diffuso i dati trimestrali e’ stata Pepsi Bottling, nota azienda specializzata nell’imbottigliamento di bevande. Il gruppo ha comunicato risultati in linea con le attese degli analisti, ma ha pero’ tagliato le prospettive su ricavi ed utili futuri: il titolo ha archiviato la giornata con una perdita del 6.98%.

Tra le blue chip, a registrare i maggiori guadagni sono stati Boeing, JP Morgan e Wal-Mart. Le perdite piu’ accentuate sono state segnate da Altria e Alcoa, oltre al gia’ citato XOM.

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Sugli altri mercati, sul valutario, in rialzo l’euro sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di $1.2728. In discesa libera l’oro. I futures con scadenza dicembre sul metallo prezioso sono calati di $21.80 a $581.50 all’oncia. In progresso i titolio di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.6160% dal 4.6180% di lunedi’.