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WALL STREET: BERNANKE SPINGE GIU’ GLI INDICI

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Dopo tre giorni consecutivi di rialzi i listini hanno chiuso la seduta in rosso. Ad originare le vendite sull’azionario sono stati i commenti del presidente della Fed, Ben Bernanke, che hanno evidenziato un deterioramento delle condizioni economiche degli Stati Uniti. Il Dow Jones e’ arretrato dell’1.40% a 12376, l’S&P500 dell’1.34% a 1348, il Nasdaq ha ceduto l’1.74% a 2332.

Intervenuto di fronte alla Commissione bancaria del Senato Usa, il capo della Banca Centrale ha annunciato un peggioramento dei settori immobiliare, del credito e del mercato del lavoro, e confermato che non sono da escludere nei prossimi mesi ulteriori perdite da parte delle istituzioni finanziarie, legate al business dei mutui. A poco sono servite le rassicurazioni sulla dinamica inflazionistica e sull’outlook dei tassi d’interesse, l’azionario ha infatti continuato a spingersi al ribasso.

Bernanke ha detto che non vede un ciclo recessivo quest’anno, ma che prevede un inevitabile ulteriore rallentamento della crescita dicendosi pronto ad intervenire con tempismo per sostenere l’economia. Lo scenario congiunturale, ha spiegato il numero 1 della Fed “e’ peggiorato nel corso degli ultimi mesi ed i rischi al ribasso sono aumentati”, mentre l’inflazione e’ destinata a rientrare. Per il mercato appare sempre piu’ scontato che la banca centrale americana tagliera’ nuovamente il costo del denaro a marzo, e i futures sui tassi indicano che gli analisti danno all’80% la probabilità di una sforbiciata di mezzo punto – con tassi al 2,25% – mentre il restante 20% si attende una riduzione di un quarto di punto.

La banca d’affari Lehman Brothers ha gia’ annunciato ulteriori svalutazioni, i colossi Merrill Lynch (MER) e Goldman Sachs (GS) hanno reagito male alla notizie trascinando al ribasso l’intero comparto finanziario. In forte calo, ai minimi di 5 anni, la banca svizzera UBS per le perdite record legate al “credit crunch”. “Ci saranno nuove perdite e cio’ avra’ senza dubbio un certo impatto” ha dichiarato Kurt Brunner di Swarthmore Group. “E’ stato bello avere un rally di tre giorni, ma ritengo che al momento il trend non sia rialzista. Le condizioni restano deboli, l’economia non appare robusta”.

Non sono riusciti ad arginare le perdite neanche i buoni dati dati macro diffusi prima dell’apertura che hanno evidenziato un calo delle richieste di sussidio da parte dei disoccupati e una contrazione del deficit della bilancia commerciale statunitense.

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Sul fronte societario, occhi ancora puntati sulle societa’ “bond insurer”. Il sovraintendente delle Assicurazioni per lo Stato di New York, Eric Dinallo, ha annunciato che permettera’ alle aziende del comparto di separare i business dei bond municipali da quelli di assett maggiormente a rischio (leggere l’articolo PORTFOLIO: I MUNI BOND SONO L’AFFARE DEL SECOLO).

Nel comparto hi-tech, pesanti vendite sul colosso dei semiconduttori Intel (INTC) che potrebbe accusare un rallentamento della domanda per PC. “I rischi principali, dal nostro punto di vista, sono una significativa decelerazione della crescita delle vendite di Personal Computer e la mancanza di una determinante espansione dei margini” hanno commentato gli analisti di Goldman Sachs. Ondata di Sell anche sull’azienda di chip grafici Nvidia (NVDA), crollata al maggior tasso degli ultimi 3 anni (-16%) subito dopo la diffusione della trimestrale.

In buon rialzo i titoli del comparto energetico. Sia Exxon Mobil (XOM) che Chevron (CVX) hanno chiuso in progresso supportati dall’avanzamento del petriolio. I futures con consegna marzo hanno guadagnato $2.19 a $95.46 al barile.

Sul valutario, il dollaro frena, con l’euro che risale sopra la soglia 1.46, dopo che il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, ha lasciato intendere che la banca centrale americana potrebbe varare un nuovo taglio dei tassi di interesse in previsione di un ulteriore rallentamento dell’economia. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.4636. In leggero progresso l’oro. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in rialzo di $0.80 a $911.00 all’oncia. Giu’ i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.7860% dal 3.6940% di mercoledi’.

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