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WALL STREET: BERNANKE FA DA VOLANO AL NUOVO RECORD

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Ben Bernanke infiamma Wall Street, ancora tonica sulla scia del nuovo record storico conquistato dal Dow Jones martedì dopo quasi sette anni: le condizioni dell’economia statunitense, secondo il presidente della Federal Reserve, sono “solide” mentre sull’inflazione restano i timori pur se la dinamica dei prezzi è destinata a frenare nel tempo.

Giudizi che danno nuovo propellente agli scambi, consentendo al Dow Jones [[DJIA]] di aggiornare i massimi storici di chiusura a quota 11.850,61 (+1,05%), poco sotto gli 11.851,25 punti di record intraday. Il Nasdaq [[COMPX]] sale del 2,11% (a 2.290,95 punti), mentre lo Standard & Poor’s 500 [[SPX]] si porta a quota 1.350,22 (+1,21%).

Alla seduta giova inoltre il prezzo del petrolio a New York che al momento è sceso sotto i 58 dollari, mentre Bernanke rispondendo a una domanda rivoltagli nell’ambito dell’intervento all’ Economics Club, spiega che il monitoraggio dei costi dell’energia è una delle priorità della Fed. A guastare la festa ci pensa General Motors [[GM]], dopo che nelle fasi iniziali della giornata borsistica il titolo della casa di Detroit era parso peraltro voler salire, sulla scia della rotture delle trattative con Nissan-Renault per chiudere una alleanza strategica.

Il titolo scivola fino a una perdita del 4% per poi recuperare a 33,32 dollari (-0,27%). Di riflesso, proprio sulle aspettative dell’avvio di colloqui con il gruppo guidato da Carlos Ghosn, Ford [[F]] balza del 4,01%, a 8,56 dollari. Il presidente del colosso di Dearborn, Bill Ford, ha più volte auspicato l’apertura di un confronto con il gruppo Nissan-Renault. Bear Stearns ha abbassato il giudizio su Ford a ‘peer perform’, vale a dire in linea con il mercato. Peraltro, sempre oggi il vicepresidente di GM Bob Lutz si è espresso in termini estremamente lusinghieri circa la prospettiva di una fusione proprio con Ford.

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Per il resto, il mercato azionario dà una lettura positiva dei due dati congiunturali in calendario, l’indice Ism per il settore dei servizi di settembre e gli ordinativi alle fabbriche di agosto. Il primo cala oltre le attese, ai minimi dall’aprile 2003, mentre gli ordinativi sono invariati. La Borsa interpreta le statistiche nel senso di un rallentamento dell’economia e della probabile fine, una volta per tutte, della politica di rialzo dei tassi da parte della banca centrale Usa.

Al clima favorevole alla borsa di New York ha contribuito anche il calo del petrolio, tornato sotto i $58 al barile, ai minimi di sette mesi.

Per quanto riguarda l’andamento dei singoli titoli, Boeing [[BA]] sale del 2,67% (a 83,96 dollari) come conseguenza dei ricorrenti guai in cui sta incorrendo la rivale europea Airbus, alle prese sempre con il rinvio nelle consegne di velivoli. Fra i farmaceutici, brilla Imclone [[IMCL]] (+8,02% a 29,35 dollari), l’azienda finita pochi anni fa nella bufera per via di vicende legate all’insider trading. La stessa società ha reso noto di aver ricevuto un’offerta da una delle principali compagnie farmaceutiche internazionali che valuta il titolo 36 dollari.

Nella grande distribuzione stona invece Wal-Mart [[WMT]], che comunque recupera nel finale (+0,18% a 49,55 dollari) malgrado la società abbia comunicato che le vendite a settembre sono aumentate dell’1,3% contro l’1,8% a suo tempo previsto.

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