New York – Dopo un avvio all’insegna della volatilità, Wall Street punta con decisione verso l’alto, con gli operatori che aspettano di conoscere il “verdetto” della riunione della Federal Reserve. L’annuncio arriverà alle 20.15 ora italiana. L’indice S&P 500 sale di 29,46 punti (+2,63%), a 1.148,92; il Dow Jones cresce di 236,81 punti (+2,19%), a 11.046,66, mentre il Nasdaq balza di 73,69 punti (+3,13%), a 2.431,38.
In primo piano il rally dei bancari, con Citigroup che vola del 12%. Forti buy anche su Bank of America (+8,14%), all’indomani del calo shock che ha affossato il titolo del 20%. In generale, il “Financial Select Sector SPDR ETF”, che rappresenta l’andamento dei finanziari quotati sullo S&P 500, sale del 2,4%.
Solidi rialzi anche per JP Morgan e American Express, che salgono più del 4%. Il settore beneficia oltre che delle ricoperture, della decisione di FBR di rivedere al rialzo il rating di Wells Fargo, inserendo il titolo nella lista dei preferiti.
Tornando alla Fed, la trepidazione non è tanto per l’annuncio sui tassi sui fed funds, che secondo il consensus rimarranno invariati al minimo storico, compresi tra lo 0 e lo 0,25%. Gli operatori di mercato si aspettano più che altro che il presidente dell’istituto Ben Bernanke faccia o dica qualcosa, per smorzare la tensione sui mercati, o meglio quella sensazione di “estrema paura”, che si è tradotta ieri un vero e proprio mini-crash.
Dagli inizi dell’anno lo S&P e Dow hanno ceduto il 14,5% del loro valore: per molti analisti, l’unica soluzione per riportare ottimismo tra gli operatori è una ennesima iniezione di liquidità, che verrebbe battezzata QE3, per rappresentare una terza tornata di misure straordinarie di allentamento monetario. Le speranze sono sui modi e i tempi delle operazioni di acquisto di titoli di stato Usa che potrebbero comunicare gia’ da oggi Bernanke e colleghi .
“Tutti sono in attesa della Fed, per cui la sessione sarà volatile e caratterizzata da bassi volumi fino a quando arriverà il verdetto”, commenta Anthony Cronin, trader di Société Générale a New York, tra i 20 trader principali che trattano con la Fed – L’istituto potrebbe ricordare ai mercati di disporre di tutti gli strumenti per intervenire e aggiungere che i dati che sono stati resi noti finora non sono tutti scoraggianti”. Anche secondo gli economisti di JP Morgan Chase, Bnp Paribas e Goldman Sachs sono fiduciosi sulle rassicurazioni che arriveranno dalla Fed.
Intanto, l’avversione al rischio di fondo continua a essere dimostrata dal rialzo dei prezzi dell’oro, che però si smorza rispetto a qualche ora fa. Le quotazioni del metallo prezioso guadagnano infatti l’1,7%, a 1.734,10 l’oncia. Sempre sul mercato delle commodities, i futures sul petrolio tornano ora in territorio positivo, riposizionandosi sopra quota $82 al barile, in rialzo dell’1%.
Sul fronte dei titoli di stato, negativa la performance dei Treasury, con i rendimenti a dieci anni che salgono al 2,383%.
Sul fronte valutario soffre il dollaro, con l’euro rimane solido e in rialzo a a $1,4221 dopo la pubblicazione dell’unico dato economico in calendario negli Stati, quello relativo alla produttività degli Stati Uniti -che è risultata in calo dello 0,3%, meno delle attese. La moneta unica perde invece sullo yen, a 109,9360 e continua a cedere nei confronti del franco svizzero, a 1,0524.