New York – A meta’ mattinata gli indici americani azzerano le perdita, mentre gli Usa devono fare fronte allo spettro di un default, in assenza di un compromesso sul debito.
I tempi si stringono sempre di più e mancano pochissimi giorni alla scadenza del 2 agosto, data oltre la quale gli Stati Uniti scivolerebbero tecnicamente in default. Tanto da spingere il presidente Barack Obama ha lanciare un appello al popolo americano per fare pressioni perche’ venga raggiunto un compromesso: “Non c’e’ piu’ tempo”.
Il Dow cede lo 0,15%, l’S&P avanza invece dello 0,11% e il Nasdaq dello 0,38%. L’indice della volatilita’ del Vix ha raggiunto i massimi di quattro mesi e oggi si e’ avuta la dimostrazione di quanto sia alto il nervosismo. Wall Street ha pericolosamente testato livelli livelli tecnici importanti al ribasso per poi risalire la china.
Intanto le cifre sulla crescita economica hanno deluso nel secondo trimestre. Il tasso dell’1,3% sarebbe il peggiore da un anno a questa parte, se i dati dei primi tre mesi dell’anno non fossero stati rivisti in peggio allo 0,4% dall’1,9%. Sono cifre molto lontane dal +3,1% registrato negli ultimi tre mesi del 2010, su cui hanno pesato i cali dei consumi. In media e’ un misero +1% circa nel semestre. E’ una frenata brusca, dimostrazione che in sostanza la recessione e’ piu’ grave di quanto si pensava.
Gli economisti scommettevano su una crescita dell’1,8% e l’1,3% annunciato e’ una forte delusione. Un impatto negativo lo hanno avuto i consumi deboli dei nuclei familiari, che rappresentano due terzi del Pil Usa. L’aumento e’ stato dello 0,8%, il livello piu’ basso da quando nel 2009 il paese e’ uscito dalla fase della recessione.
Sul fronte macro sono stati annunciati anche i dati sul Chicago PMI e l’indice della fiducia del Michigan. Il primo ha fatto meglio delle attese, ma ha evidenziato un calo dell’attivita’ manifatturiera in luglio. La fiducia dei consumatori e’ invece scesa al 63,7 dal 71,5 del mese precedente.
Intanto, intervistato da Marketwatch Xhristopher Beauchamp, analista di ricerca presso IG Index, afferma che sembra che “il Dow Jones sia guardando a un avvio al di sotto della soglia dei 12.200 punti. Si tratterebbe della prima volta in un mese. Detto questo la dichiarazione del mercato dei futures dipende da quello che accadrà a Washington tra ora e la notte di domenica”.
Dal fronte aziendale, il focus e’ sui risultati di Amgen, Chevron Corp e Merck. Il gruppo farmaceutico ha chiuso il trimestre con un utile per azione pari a 65 centesimi di dollaro.
Guardando al fronte valutario l’euro rimane colpito dalle vendite, per gli attacchi speculativi che continuano a mettere sotto pressione i bond italiani e spagnoli. Il rapporto eur/usd inverte la tendenza e ora si attesta in rialzo dello 0,47% a 1,4393. Quanto ai Treasuries, il rendimento sul decennale e’ in calo di 8,4 punti base al 2,867%.
All’interno della sfera delle commodities futures sul petrolio scendono dell’1,91% circa a $95,58 al barile, mentre le quotazioni dell’oro sono in progresso dello 0,95% a quota $1.628,8 l’oncia.