Chiusura positiva per Wall Street, con il Dow Jones in lieve recupero solo nel finale, appesantito dalle povere performance di General Electric e Home Depot. L’indice industriale ha guadagnato lo 0.11% a 11960, l’S&P500 lo 0.20% a 1365, infine il Nasdaq e’ avanzato dello 0.47% a 2357.
Numerosi gli aggiornamenti economici che tutto sommato hanno confermato il buon stato di salute dell’economia americana. L’unico dato che ha deluso le attese degli analisti, e’ stato quello relativo alle vendite al dettaglio, scese inaspettatamente a causa del forte calo della componente della benzina.
Per il resto, ad ottobre la fiducia dei consumatori, stilata dall’Universita’ del Michigan, ha registrato un balzo a 92.3 punti, le scorte di magazzino sono avanzate dello 0.6%, rispettando sostanzialmente il consensus, e i prezzi all’importazione lo scorso mese sono scesi del 2.1%, contro l’1.3% atteso, registrando il maggiore calo degli ultimi tre anni.
Le performance settimanali degli indici restano dunque positive. I segnali giunti dalla Fed continuano a dimostrare un’espansione dell’attivita’ economica, anche se alcune preoccupazioni sulle pressioni inflazionistiche restano.
In giornata, a limitare i guadagni dell’indice industriale sono stati principalmente la trimestrale di General Electric ([[GE]]) e il downgrade su Home Depot ([[HD]]). La conglomerata industriale ha riportato risultati in linea con le attese, ma non ha esaltato nella conference call, a causa di un mancato miglioramento delle stime per i prossimi trimestri. Riscontrati anche margini operativi inferiori alle attese.
A danneggiare il colosso dei prodotti casalinghi e’ stato invece il giudizio negativo di Raymond James che ne ha rivisto al ribasso il rating citando i cambiamenti al vertice dell’azienda e l’inizio del piano di ristrutturazione.
Tra gli altri titoli, bene Microsoft ([[MSFT]]), balzato ai massimi di diversi anni dopo aver annunciato che il sistema operativo “Vista” non subira’ ulteriori ritardi e non andra’ incontro a problemi di licenza in Europa e in Corea.
Nel comparto telecom, in ribasso AT&T ([[T]]). Dopo aver ottenuto il via libera sull’acquisizione di BellSouth, attraverso un’operazione valutata $80 miliardi, da parte del Dipartimento di Giustizia, a rallentare l’unione e’ intervenuta la Commissione Federale sulle Comunicazioni che ha posticipato il proprio voto al prossimo 3 novembre.
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Sugli altri mercati, nel settore energetico i futures con scadenza novembre sul petrolio sono avanzati di 71 centesimi a $58.57 al barile. Gli operatori hanno continuato a sovrappesare il calo delle scorte di prodotti distillati (che includono il carburante da riscaldamento), mentre ci inoltriamo nella stagione invernale, e l’approvazione del taglio della produzione giornaliera da parte dell’OPEC a partire dal prossimo primo dicembre. A spingere i prezzi anche la chiusura di due piattaforme norvegesi che hanno ridotto del 10% l’output del terzo maggiore esportatore al mondo.
Sul valutario, in calo l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di $1.2506. In forte rialzo l’oro. I futures con scadenza dicembre sul metallo prezioso sono avanzati di $12.40 a $592.70 all’oncia. In ribasso i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.8060% dal 4.7780% di giovedi’.