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Wall Street avanza grazie a immobiliare e calo petrolio

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New York – Wall Street termina la prima sessione della nuova settimana con una ripresa, non curante del peggioramento del sentiment sulle piazze finanziarie europee e la delusione per l’esito dell’ultimo meeting dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali del G20.

In chiusura il Dow Jones scende di 1,44 punti (-0,01%), a 12.981,51, mentre il Nasdaq avanza di +2,41% (+0,08%), a 2.966,16. Recupera terreno anche lo S&P500 con +1,85 (+0,14%), a 1.367,59.

In particolare, il Segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner ha riconosciuto che le misure messe in atto dall’Europa sono state di aiuto per evitare una possibile catastrofe finanziaria; tuttavia, ha continuato, c’è ancora tanto lavoro da fare e le autorità europee devono creare misure di protezione più credibili per evitare effetti contagio.

Ma a tal proposito è braccio di ferro tra Stati Uniti e Germania, con il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble che ha ricordato il recente accordo raggiunto per il secondo pacchetto di aiuti alla Grecia, come dimostrazione che il Vecchio Continente sta facendo il suo lavoro.

Respinta inoltre, durante il G20, la chiamata per aumentare la somma anti-crisi in dotazione del Fondo Monetario Internazionale. L’economia globale “non è ancora fuori dalla zona di pericolo”, considerando l’elevato indebitamento e il rialzo del prezzo del petrolio: ha così avvertito il Direttore del Fmi Christine Lagarde.

Da segnalare che la scorsa settimana l’indice S&P500 ha raggiunto i massimi dal 2008, a seguito dell’approvazione del nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia e i buoni segnali giunti dagli Stati Uniti sullo stato della ripresa economica. Un rally del +24% dal mese di ottobre ha contribuito a riportare $3,2 trilioni nell’azionario Usa. Inoltre, l’indice ha messo a segno un rialzo +4,1% dagli inizi del mese fino allo scorso 24 febbraio e si appresta a chiudere positivo il mese per la terza volta consecutiva, riportando così la fase di guadagni piĂą duratura in un anno.

Titoli energetici in calo. Exxon Mobil piatta con -0,13%, Baker Hughes -2,68%, Alpha Natural Resources -3,57%. Di fatto, Wall Street riduce i ribassi, con i bancari in ripresa.

Dal fronte economico degli Stati Uniti, sono state rese note le vendite di case con contratti in corso, che hanno segnato a gennaio +2%, contro il +1% atteso dal consensus: proprio tale dato ha frenato le vendite sugli indici azionari Usa.

Sul fronte valutario, ritirata dell’euro, dopo i massimi degli ultimi mesi testati nei confronti del dollaro. La moneta unica viaggia sul filo di $1,34, arrivando a $1,3396, mentre il rapporto euro/yen è in forte ribasso a JPY 107,98. Male anche dollaro/yen a 80,59.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio accelerano al ribasso a quota $108,56 al barile, mentre le quotazioni dell’oro scambiano a $1.774,90 l’oncia. Quanto ai Treasury, i rendimenti a 10 anni scambiano in ribasso all’1,926%.