Nell’ultima ottava gli indici azionari toccano nuovi massimi per l’anno. Dal supporto a 1965 il Nasdaq Composite supera i precedenti top in area 2060/70 e tocca un nuovo massimo 2009 a ridosso di 2090, portando a +65% il guadagno rispetto ai minimi del 9 marzo a 1265. Per mantenere un’impostazione tonica è importante che eventuali ritracciamenti si mantengano al di sopra di 2000/35. Un segnale di rinnovata debolezza si avrebbe comunque solo al di sotto di 1965 (poco probabile), per un test del forte supporto a 1925. Un segnale negativo si avrebbe solo sotto tale livello (improbabile).
L’obiettivo finale del bear market rally in essere da un semestre è confermato nella resistenza chiave a 2200. I margini si stanno quindi riducendo. Positivo anche il Dow Jones Industrial, che dal supporto a 9280 risale verso i massimi in area 9650/800, toccando un nuovo picco a 9649,85, con un rialzo del 49,1% rispetto ai minimi di marzo. Per conservare un’impostazione tonica eventuali correzioni devono rimanere al di sopra del supporto a 9280, anche se un segnale di maggiore debolezza si avrebbe solo con la perforazione di quota 9000, poco probabile.
Il superamento di 9650/800 spingerebbe poi l’indice verso l’obiettivo ultimo del bear market rally in corso, la forte resistenza a 10350, con estensioni verso la resistenza chiave ad 11000, dove dovrebbe comunque esaurirsi il rimbalzo iniziato a marzo. Rialzo anche per lo S&P500, che dal supporto a 990 risale verso i picchi a ridosso della resistenza a 1045, con un nuovo massimo 2009 a 1048,18; +57,2% dai minimi di marzo. Per rimanere tonico l’indice deve consolidare al di sopra di 995; un segnale di debolezza si avrebbe solo su discese al di sotto del forte supporto a 975, poco probabile. Il superamento di 1045 proietterebbe poi le quotazioni verso la resistenza critica a 1100.
L’obiettivo finale del bear market rally è confermato nella resistenza chiave a 1200. Per mantenere un quadro sereno e propizio alla prosecuzione del rialzo dell’azionario è necessario che la volatilità implicita rimanga sui livelli correnti (Vix sotto 29,00/60); una “scivolata controllata” del dollaro Usa sarebbe un ulteriore elemento a favore. Nonostante la perdita di spinta delle ultime settimane, l’azionario continua a godere di buona salute ed è indirizzato verso gli obiettivi “finali” sopra citati, corrispondenti ai livelli di fine settembre-inizio ottobre 2008. Dopo un semestre di rialzi straordinari, le prospettive di rischio-rendimento iniziano però a deteriorarsi.
Il bear market rally è ormai entrato nella fase di “maturità”, ragion per cui il focus deve spostarsi non tanto sul fare nuovi guadagni ma piuttosto sulla protezione dei forti utili accumulati “cavalcando il torello” dell’ultimo semestre. Vista la ben nota “asimmetria” della volatilità, il mercato potrebbe infatti “rimangiarsi” in poche settimane di discese gli utili di molti mesi di salite. Essere disarcionati in corsa sarebbe particolarmente doloroso: meglio quindi non farsi sorprendere sovrappesati quando inizierà lo “scartellamento”. Dovremo perciò trovare il coraggio di monetizzare gli utili approfittando dell’euforia che in genere caratterizza le ultime fasi rialziste dei mercati.
Operativamente:
1°) è possibile ridurre fin d’ora il peso dei titoli finanziari a vantaggio di altri comparti, come industriali, media, telecomunicazioni, alimentare e utilities. In tal modo – a parità di esposizione sull’azionario – abbassiamo la volatilità del nostro portafoglio;
2°) una volta raggiunti gli obiettivi indicati sarà opportuno ridurre drasticamente il peso dell’azionario. L’asset class da preferire sarà la liquidità: una liquidità che potrà certamente essere reinvestita in Borsa ma solo dopo una correzione “seria” – un 15-20% sotto gli obiettivi sopra citati, per intenderci – che riporti gli indici al test dell’ampia fascia di supporto compresa tra i massimi dell’11 giugno ed i minimi dell’8 luglio.
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