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WALL STREET ASPETTA LA LINEA DA BERNANKE E BUSH

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Wall Street vive un’altra seduta volatile con gli indici che nell’ultima ora di scambi invertono la rotta e chiudono in negativo scontando sempre l’incertezza sulle mosse e sulla relativa tempistica della Federal Reserve in termini di politica monetaria. Il Dow Jones, dopo un massimo a +0,19%, termina in calo dello 0,38% (a 13.238,73 punti), il Nasdaq sale dello 0,08% (a quota 2.565,30), mentre lo Standard & Poor’s 500 si attesta a 1.457,64 punti (-0,42%).

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Gli investitori, in particolare, attendono indicazioni dal discorso che il numero uno della Fed terrà domani a Jackson Hole (Wyoming), nell’ambito dei lavori del simposio di fine estate sponsorizzato dal 1978 dalla Fed di Kansas City e al quale partecipano i principali banchieri centrali ed economisti del pianeta.

Inoltre il presidente Usa George Bush illustrera’ iniziative e riforme volte ad aiutare i proprietari di case titolari di mutui subprime. Il presidente ‘discutera’ anche degli sforzi di elaborare riforme per impedire che questo genere di problemi si ripetano in futuro’.

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Se nei giorni scorsi, nel pieno delle turbolenze finanziarie legate alla crisi subprime e della liquidità sui mercati, appariva certo il taglio dei Fed Funds in occasione del Board del 18 settembre, adesso la situazione è più incerta.

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Non a caso, ad esempio, il Wall Street Journal traccia uno scenario secondo cui l’orientamento prevalente della Fed sarebbe quello di non ammorbidire la stretta monetaria, ribaltando l’ottimismo legato alla lettera, datata 27 agosto, spedita da Bernanke al senatore Charles Schumer, in cui il banchiere centrale riafferma l’impegno a “intervenire a seconda delle necessità” contro turbolenze minacciose per l’economia. La Fed, intervenuta anche oggi con un’iniezione di liquidità da 10 miliardi di dollari, ha diffuso i dati sui commercial paper che segnalano un calo per la terza settimana consecutiva: il totale di questi strumenti di finanziamento, ampiamente usati dalle aziende sul breve termine, è sceso di 62,8 miliardi (di cui 59,4 miliardi di asset legati a mutui immobiliari), a 1.980 miliardi, dopo i 90,2 miliardi persi nella precedente settimana.

Quanto agli altri dati macro in calendario, il Pil Usa del secondo trimestre è stato rivisto al rialzo, al tasso del 4% dal +3,4% della prima lettura, poco sotto il +4,1% atteso dagli economisti. Le richieste di sussidio di disoccupazione, invece, sono aumentate di novemila unità a quota 334.000 a fronte di stime pari a un calo di duemila unità, a quota 320.000. L’Office of Federal Housing Enterprise Oversight (Ofheo), l’ufficio federale degli immobili, ha diffuso la statistica sui prezzi delle case che nel secondo trimestre sono saliti negli Usa del 3,2% sullo stesso periodo 2006, per quello che è il rialzo più contenuto dal 1997. Rispetto al primo trimestre, invece, l’aumento è di appena lo 0,1%, il più contenuto dal 1994.

Se i titoli tecnologici sono in bella evidenza, con Motorola (+1,62% a 16,72 dollari, dopo che Lehman Brothers ha alzato il giudizio da ‘equal-weight’ a ‘overweight’), e Apple (+1,62% a 136,25 dollari sulle attese dei nuovi iPod), quelli del comparto finanziario continuano a essere il bersaglio dei realizzi. Lehman Brothers (-1,16% a 53,80 dollari) ha ridotto il prezzo obiettivo di Goldman Sachs (-1,21% a 171,61 dollari), Merrill Lynch (-1,34% a 72,13 dollari), Bear Stearns (-0,37% a 106,70 dollari) e Morgan Stanley (-1,72% a 60,16 dollari) sui timori legati alla crisi subprime e del credito, in uno scambio di cortesie tra banche d’affari.

Pochi giorni fa, infatti, Merrill Lynch e Goldman Sachs hanno fatto la stessa cosa sulle rivali. Freddie Mac, il colosso semipubblico del mutui, cede il 5,03% (a 60,07 dollari) a causa del crollo del 45% dell’utile trimestrale, a 764 milioni, scontando la perdita di 320 milioni di dollari su prestiti di nuova emissione. Wal-Mart, il colosso mondiale della grande distribuzione, perde l’1,97% (a 43,32 dollari) dopo il downgrade di Merrill Lynch da ‘neutral’ a ‘sell’. Tiffany sale del 2,66% (a 49,40 dollari) grazie a una trimestrale migliore delle attese.