Le deludenti trimestrali di General Electric e Bank of America hanno spinto al ribasso i listini, in grado di limitare le perdite solo nelle ultime ore di scambi ancora una volta grazie all’avanzamento del petrolio che ha fornito supporto ai titoli energetici. A pesare sull’andamento del mercato azionario e’ stato anche il calo inaspettato della fiducia dei consumatori. Il Dow Jones ha perso lo 0.67% a 9995, l’S&P500 lo 0.81% a 1087, il Nasdaq lo 0.76% a 2156. La settimana resta comunque positiva e particolarmente importante sul piano psicologico per il primo superamento della barriera dei 10.000 punti da parte del Dow Jones dopo oltre un anno. L’indice industriale ha cosi’ guadagnato l’1.3%, l’S&P500 l’1.5%, il listino tecnologico lo 0.8%.
La conglomerata industriale General Electric ha evidenziato alcuni segnali di debolezza nella divisione del credito per via della cattiva performance registrata dal braccio finanziario GE Capital. L’azienda ha annunciato un fatturato di $1.9 miliardi inferiore a quello previsto dagli analisti, i profitti hanno subito una contrazione del 44% rispetto allo scorso anno. Male anche il colosso bancario Bank of America, colpita da una perdita pari ad $1 miliardo, che si confronta con gli $1.8 miliardi di utili dell’analogo periodo di un anno prima.
Le due trimestrali hanno avuto l’effetto di oscurare la brillante performance di Google, che invece ha riportato nell’ultimo trimestre un EPS pari a $5.89, 47 centesimi meglio del consensus del mercato. L’amministratore delegato Eric Schmidt ha dichiarato che il peggio della fase di recessione e’ ormai alle spalle e che l’azienda ora e’ libera di concentrarsi nelle operazioni di acquisizione e fusione. Restando in ambito di trimestrali, il colosso informatico IBM ha riportato utili migliori del previsto, ma il titolo e’ stato investito da un’ondata di vendite a causa delle prospettive avanzate dalla societa’ relative ad un’ancora lenta e debole spesa delle aziende.
Sinora l’80.4% delle soceita’ che hanno riportato i conti fiscali ha battuto le attese del mercato. La cifra appare confortante se paragonata al 72.3% registrato durante il periodo di aprile-giugno, che corrisponde anche alla percentuale piu’ alta mai registrata in un trimestre dal 1993. Se puo’ interessarti, in borsa si puo’ guadagnare accedendo alla sezione INSIDER. Se non sei abbonato, fallo subito: costa solo 76 centesimi al giorno, provalo ora!
Contrastanti i dati macro comunicati in giornata. Alla crescita superiore alle attese della produzione industriale nel mese di settembre ha risposto una flessione piu’ pesante del previsto della fiducia dei consumatori. Su base trimestrale il +5.2% registrato dalla produzione industriale rappresenta il rialzo piu’ sostenuto da quattro anni a questa parte e il primo da quando l’economia e’ piombata in una fase di recessione, a fine 2007. Anche la capacita’ di utilizzo degli impianti e’ aumentata, attestandosi a quota 70.5% dal 69.9% rivisto di agosto. Il dato preliminare a cura dell’Universita’ del Michigan ha invece mostrato un calo della fiducia dei consumatori americani nel mese di ottobre.
Sugli altri mercati, nel comparto energetico ancora una volta in buon rialzo il greggio. I futures con consegna novembre hanno guadagnato $0.95 a quota $78.53 al barile. Sul valutario, in flessione l’euro nei confronti del dollaro. Nella tarda serata di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ pari a 1.4891. Poco variato l’oro: i futures con scadenza dicembre hanno guadagnato $0.90 a quota $1051.50 l’oncia. In progresso infine anche i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.42% dal 3.47% della sessione precedente.
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