La seduta di borsa di Wall Street si e’ chiusa con i listini in rosso, comunque lontani dai peggiori livelli giornalieri grazie al recupero delle ultime ore. Il Dow Jonese’ arretrato dello 0.23% a 12637, l’S&P500 dello 0.12% a 1448, il Nasdaq ha ceduto lo 0.07% a 2488. A mettere pressione ai mercati e’ stato l’allarme lanciato dalla banca d’affari HSBC sulle perdite legate ai mutui americani. I contrastati rapporti sulle vendite retail di gennaio non hanno aiutato a risollevare l’umore degli operatori.
A preoccupare gli operatori e’ stato fin dall’apertura il warning lanciato da HSBC ([[HBC]]), banca inglese, la terza al mondo, costretta ad accantonare $1.76 miliardi (il 20% in piu’ rispetto alle stime iniziali), per coprire le potenziali perdite sui mutui per le abitazioni Usa.
Una comunicazione da un’importante banca d’affari sul deterioramento della qualita’ del credito non avveniva da diversi anni; il fatto ha avuto l’effetto di trascinare al ribasso i comparti finanziario e bancario, riaprendo il dibattito sulla possibilita’ che il raffreddamento del settore immobiliare possa pesare sull’intero quadro economico.
A soffrire maggiormente sono stati i titoli di New Century Financial ([[NEW]]) (piombato addirittura del 30%), Washington Mutual ([[WM]]), Wells Fargo ([[WFC]]), Citigroup ([[C]]) e JP Morgan ([[JPM]]).
Tra le azioni del comparto immobiliare, depresso anche dall’annuncio del colosso Toll Brothers ([[TOL]]) relativo ad un calo dei ricavi del 19% nel primo trimestre, i maggiori ribassi sono stati riportati da Pulte Homes ([[PHM]]), Lennar ([[LEN]]) e KB Home ([[KBH]]).
Nel comparto retail, alcune aziende come Federated Department ([[FD]]) e JC Penny ([[JCP]]) hanno comunicato risultati sulle vendite comparate di gennaio che si sono attestati a livelli migliori delle attese, altre, tra cui Sharper Image ([[SHRP]]), Abercrombie & Fitch ([[ANF]]), Pier 1 Imports ([[PIR]]) e Costo Wholesale ([[COST]]), non sono riuscite a rispettare il consenso del mercato.
La relativa negativita’ dell’azionario in giornata e’ dipesa anche dalla decelerazione della crescita degli utili aziendali e dalla sensazione che un ritracciamento sia nelle carte a Wall Street, dopo il rally della scorsa settimana. Per le blue chip, bisognera’ anche vedere quale sara’ la reazione allo sfondamento intraday di quota 12.700 del Dow Jones Industrials ieri per la prima volta in assoluto.
Tra gli altri titoli, il colosso dell’intrattenimento Walt Disney ([[DIS]]) ha registrato un calo dello 0.5%, facendo evaporare i guadagni del preborsa, dopo aver diffuso una trimestrale contraddistinta da un livello di profitti doppio rispetto a quello dello scorso anno, grazie alle vendite di DVD.
In rosso anche il titolo del colosso informatico Hewlett-Packard ([[HPQ]]), nonostante l’inserimento nella Conviction Buy List di Goldman Sachs al posto di Apple ([[AAPL]]).
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Le notizie giunte dal fronte macro non hanno condizionato il trading giornaliero. La scorsa settimana le nuove richieste di sussidio
da parte dei senza lavoro sono cresciute di 3 mila unita’, a quota 311 mila; a dicembre le scorte di magazzino all’ingrosso sono scese dello 0.5%, in controtendenza con le stime degli economisti (+0.6%).
Sugli altri mercati, nel comparto energetico il petrolio ha accelerato nell’ultima ora di scambi, chiudendo ai massimi del 2007. I futures con scadenza marzo hanno registrato un avanzamento di $2 (+3.5%), archiviando la seduta a $59.76.
Sul valutario euro in progresso sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ a quota 1.3027. L’oro ha terminato in progresso. I futures con scadenza aprile sono avanzati di $5.50 a $662.80. In rialzo infine i titoli di Stato Usa. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.73% dal 4.7450 di mercoledi’.