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WALL STREET ARRETRA CON FINANZIARI, DATI MACRO

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Si interrompe la serie positiva dell’azionario statunitense, spinto al ribasso dalla debolezza del comparto finanziario, dal recupero del dollaro e da alcuni dati macro deludenti. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.47% a 10452, l’S&P500 lo 0.55% a 1107, il Nasdaq lo 0.50% a 2201.

A soffrire in maniera particolare durante l’arco delle contrattazioni sono stati i titoli delle grosse banche a causa di perdite dovute a storni non previsti per il mese di novembre. Bank of America ha lasciato sul terreno il 2.80%, risultando il peggior componente dell’indice industriale, dopo aver comunicato una svalutazione del 13% sui prestiti. JP Morgan ha ceduto il 2% circa a causa di perdite pari all‘8.81% relative al business delle carte di credito. In ribasso, per gli stessi motivi, anche Dicover Financial e Capital One.

Poco incoraggianti i numeri giunti nella prima parte della giornata dal fronte macroeconomico. Le cifre relative al PPI e alla produzione industriale hanno alimentato i timori secondo cui la Federal Reserve potrebbe ridurre o persino cancellare i programmi di rilancio dell’economia che quest’anno hanno contribuito al rally dei listini azionari. La Banca Centrale Usa si e’ gia’ riunita a porte chiuse a Washington, mercoledi’ sara’ resa nota la decisione sui tassi d’interesse.

Dai dati pubblicati in mattinata e’ emerso che i prezzi alla produzione sono cresciuti dell’1.8%, piu’ del doppio rispetto alle attese. L’attivita’ manifatturiera nell’area di New York ha subito un brusco rallentamento nell’ultimo mese, mentre la fiducia dei costruttori e’ scivolata ai minimi dallo scorso giugno. Meglio la produzione industriale, aumentata dello 0.8%, rispetto allo 0.5% delle stime e dopo la variazione nulla del mese precedente, mentre la capacita’ di utilizzazione degli impianti e’ salita al 71.3%, sostanzialmente in sintonia con il 71.1% previsto in media dagli analisti.

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Tra le altre notizie societarie, Wells Fargo restituira’ tutti i $25 miliardi ricevuti in prestito dal governo nell’ambito del piano TARP. I titoli hanno chiuso in rialzo dello 0.47% dopo che l’azienda ha annunciato che emettera’ $10.4 miliardi di titoli; Deutsche Bank ne ha rivisto il rating a Buy da Hold, sottolineando di aspettarsi un quarto trimestre solido da parte della banca.

Nel comparto delle vendite al dettaglio, Best Buy ha battuto le attese degli analisti sui risultati fiscali ma ha emesso un outlook poco incoraggiante sui margini lordi, che dovrebbero restringersi proprio durante la stagione delle festivita’ a causa dei forti sconti applicati alle televisioni LCD. Nel terzo fiscale la catena di elettronica al consumo leader degli Stati Uniti ha registrato un risultato netto di $227 milioni, ovvero 53 centesimi per azione, in rialzo dai $52 milioni, ossia 13 centesimi per titolo, di un anno prima e a fronte dei 43 centesimi previsti in media dagli analisti. Dopo il suono della campanella tocchera’ all’azienda di software Adobe Systems rendere note le propre cifre fiscali.

Sugli altri mercati, sul valutario in calo l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ pari a 1.4532. Nel settore energetico, il greggio ha chiuso in progresso dopo nove sessioni consecutive di ribassi. I futures con consegna gennaio hanno guadagnato $1.18 a $70.69 al barile. Sostanzialmente piatto l’oro: i futures con scadenza febbraio si sono attestati a quota $1122.70 (-$1.10) l’oncia. In ribasso infine i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.6030%.