Società

WALL STREET APRE DEBOLE ASPETTANDO OBAMA

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All’indomani della pausa per la festivita’ del Martin Luther King Day, i listini riaprono alle contrattazioni in calo (controlla la performance in tempo reale). Gli operatori restano preoccupati sugli sviluppi all’interno del comparto finanziario, sempre piu’ debole come dimostrano gli ultimi annunci giunti, oltre che dalle grande istituzioni americane, anche dall’Europa.

All’entusiasmo per l’insediamento alla Casa Bianca di Barack Obama come 44-esimo presidente degli Stati Uniti fanno da contraltare le brutte notizie che continuano a giungere dal settore bancario dopo le pesanti perdite riportate nei giorni scorsi da Bank of America e Citigroup. I due titoli segnano perdite superiori ai 10 punti percentuali, male anche JP Morgan.

In Europa il governo britannico ha annunciato un secondo piano di salvataggio per le banche e Royal Bank of Scotland ha lanciato un allarme su una possibile maxi perdita di $42 miliardi per l’anno fiscale da poco conclusosi. Il titolo segna una perdita superiore al 60% prima dell’apertura. Jim Reid, strategist di Deutsche Bank, afferma “che ci troviamo di fronte ad un problema serio: la nazionalizzazione degli istituti sta alimentando speculazioni su un proseguimento del trend che potrebbe limitare rischi e perdite”.

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Si respira un clima di attesa associato a nervosismo a New York, anche in vista dei numerosi risultati trimestrali che verranno rilasciati in settimana. Colossi come Google, General Electric, US Bancorp, Micorosft, riporteranno i numeri fiscali nei prossimi giorni. Le stime non sono delle piu’ incoraggianti, considerate le attuali condizioni economiche e il deterioramento del mercato del lavoro.

Johnson & Johnson ha riportato in mattinata un profitto leggermente superiore alle attese ed un calo del 4.7% dei ricavi, peggiore del consensus. Subito dopo la chiusura delle borse sara’ la volta del gigante informatico IBM.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, in rosso il petrolio. Nelle battute iniziali i futures con consegna febbraio segnano un ribasso di $2.01 a $34.50 al barile. Sul valutario, euro in ribasso nei confronti del dollaro a quota 1.2920. In rialzo l’oro a $857.00 l’oncia (+$17.10). Ritracciano i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 2.49%.