Nonostante il nuovo record di greggio e oro gli indici americani sono riusciti ad estendere i guadagni di martedi’ terminando la seduta in positivo. Gli acquisti si sono concentrati prevalentemente sul comparto hi-tech, grazie a numerose trimestrali positive. Il Dow Jones e’ avanzato dello 0.09% a 11278, l’S&P500 dello 0.17% a 1309, il Nasdaq ha segnato un rialzo dello 0.63% a 2370.
A raffreddare, pero’ l’entusiasmo della seduta precedente, che ha visto i listini mettere a segno la migliore performance giornaliera dell’ultimo anno, e’ stato l’ultimo dato sull’inflazione, relativo ai prezzi al consumo.
Nel mese di marzo, l’indicatore e’ salito dello 0.4%, in linea con le attese degli analisti. A preoccupare gli operatori e’ stata la versione “core” del dato, depurata dalle componenti piu’ volatili come cibo ed energia, avanzato dello 0.3% (maggior rialzo di un anno) contro un consensus dello 0.2%.
L’aumento dei prezzi ha risollevato i timori di un prolungamento del ciclo rialzista sui tassi d’interesse oltre le attese, dopo che ieri il dato sul PPI prima, e il rilascio delle minute del Fomc, poi, avevano aperto la possibilita’ di un possibile stop della Fed nella strette creditizie nel meeting di giugno. E’ infatti atteso dalla grande maggioranza degli operatori un ulteriore rialzo dei fed funds nell’incontro del 10 maggio, che porterebbe il costo del denaro al 5%.
Non ha impensierito piu’ di tanto gli investitori neanche il nuovo aumento del greggio, balzato ad un nuovo massimo storico di $72.40 per poi chiudere a quota $72.17 al barile, in rialzo di 82 centesimi. A determinare l’incremento dei contratti e’ stato, oltre alle solite tensioni sull’Iran, il primo calo delle scorte di petrolio in oltre un mese (e il settimo consecutivo delle riserve di benzina).
L’aumento del petrolio e il dato macro hanno fatto schizzare, di riflesso, i contratti futures sull’oro, balzati ai massimi dal 1980 a quota $636 all’oncia, con un progresso intraday di $12.70. L’oro, da sempre considerato bene rifugio per eccellenza, viene scelto dagli investitori come protezione contro l’aumento dell’inflazione.
A sostenere i listini sono state pero’ le buone notizie giunte dal fronte societario. La maggior parte delle ultime trimestrali si sono rivelate superiori alle attese. Ben sei societa’ del Dow Jones hanno diffuso utili aziendali superiori alle stime.
Tra queste, Coca Cola, United Tech, e JP Morgan hanno riportato performance giornaliere positive. Il maggiore rialzo e’ stato realizzato da UTX che ha anche emesso un outlook positivo per il resto dell’anno fiscale.
Sotto pressione, invece, la conglomerata industriale Honeywell, IBM e Pfizer che, nonostante l’aumento dei profitti, non sono state in grado di avanzare.
Subito dopo la chiusura sono attesi i numeri del colosso dei chip Intel, considerato la cartina di tornasole sul comparto tecnologico. Le attese degli analisti sono per un earning per share di 22 centesimi.
Fuori dal Dow Jones, risultati positivi anche per la societa’ Internet Yahoo!, mentre Motorola e’ stata costretta a cedere terreno a causa dei poveri utili riportati in mattinata.
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Sugli altri mercati, l’euro estende i guadagni sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ a quota 1.2384. In calo i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 5.028% dal 4.97% di martedi’.