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WALL STREET: ANCORA UNA SEDUTA NO PER IL NASDAQ

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Wall Street chiude in rosso la seduta per il secondo giorno consecutivo. La debolezza che gli indici americani hanno rivelato durante le contrattazioni di lunedì e’ continuata dunque anche nella seduta odierna, complici alcune notizie negative provenienti dal fronte societario.

Tra queste si e’ messa in evidenza Home Depot (HD – Nyse). La societa’ retail e’ arrivata a cedere piu’ del 13% , sulla scia delle dichiarazioni caute rilasciate dai vertici societari in concomitanza con la comunicazione della trimestrale.

A frenare gli acquisti e’ stata anche la raffica di revisioni al ribasso da parte di molti broker, che non hanno risparmiato giudizi negativi su titoli appartenenti a diversi settori. A poco sono servite le parole confortanti del presidente della Federal Reserve Alan Greenspan che, parlando al Consiglio delle relazioni con l’estero a Washington, ha messo in risalto la capacita’ dell’economia americana di resistere agli “shock negativi” che l’hanno colpita nei mesi precedenti. Gli indici sono riusciti a risalire la china, ma per pochi minuti. Anzi, nel finale hanno incrementato le vendite. I volumi di scambio si sono rivelati moderatamente bassi.

Il Nasdaq ha chiuso a 1.374,51 (-1,38%);
Il Dow Jones a 8.474,78 (-0,14%);
L’S&P 500 a 896,74 (-0,40%);

TEMI DELLA SEDUTA

  • Tra le notizie che hanno contribuito a deprimere i mercati, le revisioni al ribasso sui rating di colossi come Microsoft (MSFT – Nasdaq) e Amazon.com (AMZN – Nasdaq). In particolare per Bear Stearns, il titolo della libreria online non sarebbe piu’ appetibile, avendo guadagnato troppo dall’inizio dell’anno.
  • Credit Suisse First Boston ha emesso un giudizio negativo sul settore infrastrutture wireless (YLS).
  • Lo scetticismo di Banc of America sulle possibilita’ di crescita del business del colosso chip Texas Instruments (TXN – Nyse) sono state ignorate dal titolo, che nella seconda meta’ delle contrattazioni ha risalito la china.
  • Notizie poco confortanti hanno colpito la conglomerata e blue chip del Dow Jones General Electric (GE – Nyse). Immediata e’ stata la reazione di Salomon Smith Barney, che ha tagliato le stime sull’utile per azione 2003 del gruppo industriale.

TITOLI E SETTORI
►semiconduttori (SOX ). Dopo una breve fase di recupero, il comparto ha continuato a cedere. Texas Instruments (TXN – Nyse) e’ stato uno dei pochi titoli a recuperare terreno. Buona la performance di Nvidia (NVDA – Nasdaq). Il titolo ha beneficiato di alcune voci di mercato. A mettere sotto pressione i chip e’stato soprattutto lo scivolone di Advanced Micro Devices (AMD – Nyse). Gli investitori non hanno accolto con favore la vendita di obbligazioni convertibili in azioni per un valore totale di $300 milioni. AMD e’ scivolata piu’ dell’11%. Voci di mercato positive hanno sostenuto Micron Technology (MU – Nyse).

► retail (IRH ). A sconfortare gli investitori sono state le dichiarazioni di Home Depot (HD – Nyse) che, sebbene abbia registrato utili in linea con le aspettative, ha fornito un cauto outlook sui prossimi risultati. Le previsioni per l’intero 2002 sono state di un EPS (utile per azione) a $1,57, leggermente inferiori a quelle degli analisti che prevedono un EPS a $1,58. Si tratta di un ulteriore colpo per gli investitori che gia’ ieri erano rimasti delusi dalle indicazioni di Wal-Mart (WMT – Nyse). A pesare sul settore e’ stata poi la nota negativa della banca d’affari CIBC su diversi titoli del comparto, tra cui Children’s Place (PLCE – Nasdaq) e Circuit City (CC – Nyse). Indicazioni poco confortanti sono poi provenute dalla ricerca elaborata da UBS-Warburg –Bank of Tokyo Mitsubishi: l’indice relativo alle vendite settimanali ha registrato una flessione dell’1,2% rispetto alle vendite della scorsa settimana.

► software (GSO ). A pesare sul comparto e’ stato il ‘downgrade’ della banca d’affari Raymond James su Microsoft (MSFT – Nasdaq), una mossa decisa sulla base della valutazione. Il rating e’ adesso ‘market perform’. In calo Computer Associates (CA – Nyse) e Adobe Systems (ADBE – Nasdaq).

► hardware (GHA ). A deprimere il comparto le dichiarazioni di Joseph Tucci, amministratore delegato del colosso dell’archiviazione dati EMC (EMC – Nyse) che ha detto di non vedere ancora segni di ripresa per l’Information Technology. In calo anche IBM (IBM – Nyse) nonostante oggi abbia annunciato che costruira’ supercomputer per il Dipartimento di Energia Usa.

► biotech (BTK ). Il comparto ha registrato un leggero calo sulla scia dei downgrade di Piper Jaffray sui titoli di Biogen (BGEN – Nasdaq) e Celgene (CGNE – Nasdaq) sulla base della valutazione.

► wireless (YLS ). A pesare sul comparto, la nota della banca d’affari Credit Suisse First Boston che ha ridotto il giudizio sul gruppo a ‘Underweight’, sottolineando che il settore soffrira’ la competizione agguerrita delle rivali asiatiche. Oltre a questo fattore, deterrente della crescita sara’ la continua debolezza della spesa per infrastrutture e la convinzione che le valutazioni riflettono gia’ i fattori stagionali del quarto trimestre.

► farmaceutici (DRG ). Il comparto ha snobbato la nota negativa della banca d’affari Goldman Sachs, che ha tagliato il giudizio sul gruppo a ‘cautious’. Ignorato anche il giudizio poco confortante di Raymond James sulla societa’ farmaceutica Schering-Plough (SGP – Nyse). Da segnalare, inoltre, che contro lo scetticismo di Goldman e’ scesa in campo Merrill Lynch , che ha preso le difese dei titoli messi sotto accusa. Ad aiutare il settore sono stati anche i guadagni di Eli Lilly (LLY – Nyse) che beneficera’ della bocciatura al Senato di un emendamento sulla sicurezza del Paese proposto dai democratici.

► difesa (DFX ). Il settore ha assistito ai guadagni di Northrop (NOC – Nyse) e di Boeing (BA – Nyse).

MACROECONOMIA
Sul fronte macroeconomico, non hanno avuto un grande impatto sui mercati i dati rivelatisi essenzialmente in linea con le stime annunciati prima dell’apertura: l’indice prezzi al consumo di ottobre e il deficit della bilancia commerciale di settembre. L’indicatore sui prezzi al consumo ha rispecchiato quanto gia’ noto dagli investitori, ovvero che i rischi di inflazione per il momento sono remoti.

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