L’ultima seduta di una settimana iniziata all’insegna di importanti rally, si conferma all’insegna delle vendite. Ieri dimenticate dal mercato, oggi le preoccupazioni sui conti pubblici dei principali paesi europei tornano a farsi sentire. Si aggiungono nuove indagini sulle banche e nuove regole per il settore delle carte di credito. Soffre anche il settore tecnologico appesantito dal tonfo di Nvidia. E’ cosi’ che gli indici Usa viaggiano non lontano dai minimi di seduta.
Dopo due ore e quindici minuti dall’avvio delle contrattazioni, il Dow risulta in calo di 189 punti a 10594 (-1.75%), il Nasdaq segna una flessione di 61 punti a 2333 (-2.54%) mentre l’S&P 500 cede 26 punti a 1131 (-26 punti).
D’altra parte anche gli indici del Vecchio continente sono colpiti da forti vendite: Milano ha ceduto il 5.26%, Parigi il 4.3%, Berlino il 3%. Londra ha ceduto il 2.88% mentre Madrid e’ la peggiore con un -7.3%. Proprio in Spagna (dove per la prima volta dal 1986 i prezzi al consumo di aprile hanno evidenziato una variazione negativa del dato core, ossia depurato dalle componenti energia ed alimenti) è stato annunciato uno sciopero dei dipendenti pubblici contro le misure di austerità adottate due giorni fa dal governo. Hanno pesato le dichiarazioni del numero uno di Deutsche Bank secondo cui la Grecia difficilmente onorera’ i propri impegni.
Il punto su cui gli esperti iniziano a interrogarsi sono proprio le misure di austerity di Madrid, Lisbona, Atene e anche di paesi come l’Inghilterra: quanto freneranno la ripresa economica globale?
Anche oggi fari puntati sul settore finanziario dopo la notizia dell’ultima indagine lanciata dalla Sec su alcuni colossi bancari. In particolare, secondo quanto ha reso noto il Wall Street Journal, JP Morgan Chase, Deutsche Bank, Ubs e Citigroup, avrebbero ricevuto un’ingiunzione dalla commissione riguardo a presunte irregolarità commesse nella vendita di bond municipali. Goldman Sachs e Morgan Stanley, inoltre, sono già oggetto di un’indagine simile.
L’inchiesta della Sec va ad aggiungersi a quella resa nota ieri e avviata dalla procura generale di New York che sta indagando su Goldman Sachs, UBS, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Credit Agricole e Merrill Lynch, ora controllata dalla Bank of America.
Soffrono, gia’ dal pre-mercato con cali di circa l’8% i gruppi delle carte di credito come Visa e MasterCard dopo che il senato ha deciso di permettere alla Fed di controllare le commissioni applicate dagli istituti.
Sul fronte macro, le vendite al dettaglio relative al mese di aprile sono state migliori del previsto e pari a un +0.4%: le attese degli economisti erano per un progresso dello 0.2%. Si tratta del sesto progresso in sette mesi. La produzione industriale, sempre di aprile, e’ stata in linea alle attese e ha messo a segno il decimo risultato positivo consecutivo. Il dato preliminare di maggio della fiducia rivelata dall’Universita’ del Michigan e’ inferiore alle stime degli analisti per quanto il dato sia salito a 73.5 punti. A marzo scorte di magazzino esattamente in linea alle stime (+0.4%).
Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio continuano a perder quota. I futures con consegna giugno segnano un calo del 2.98% (-$2.22) attestandosi a quota $72.18 al barile. Sul valutario la moneta unica si attesta a $1.2395 (-1.12%). Inverte rotta l’oro ora in calo di $8.10 (-0.66%) in area $1221.10 dopo aver toccato un nuovo record. Il rendimento sul benchmark decennale si attesta al 3.43% dal 3.5640% di ieri.