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Wall Street: ancora ribassi su delusione dei dati macro

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New York – Wall Street termina la giornata di contrattazioni al ribasso, sulla scia della delusione per il dato relativo agli ordini dei beni durevoli di febbraio.

L’indicatore è salito del +2,2%, segnando il quarto rialzo su cinque mesi; tuttavia gli analisti avevano stimato una performance più solida, pari a un incremento del 2,8%. Escluso il settore dei trasporti, gli ordini sono cresciuti dell’1,6%, più del +1% atteso dal consensus: ma la delusione dei mercati rimane.

In chiusura il Dow Jones perde -71,52 punti (-0,54%) a quota 13.126,21 punti, mentre lo S&P500 arretra di -6,98 punti (-0,49%) a 1.405,54; giĂą anche il Nasdaq, che cala di -15,39 punti (-0,49%) a 3.104,96.

I rendimenti dei Treasury a 10 anni sono in flessione al 2,200%

Gli investitori di tutto il mondo guardano con maggiore preoccupazione ai dati provenienti dal fronte economico degli Stati Uniti, che stanno mettendo in evidenza la fragilitĂ  della ripresa del paese.

Lo stesso Ben Bernanke, presidente della la Federal Reserve ha detto senza mezzi termini che “è ancora troppo presto per cantare vittoria, aggiungendo che, anche se “le recenti notizie sono state positive, occorre essere cauti e assicurarsi che la ripresa sia sostenibile”. E sulla possibilità di un nuovo piano di acquisti di asset? “Non escludiamo alcuna opzione”.

Dopo le dichiarazioni di Angel Gurria, numero uno dell’Ocse, le speranze sono rivolte anche alla possibilità che la Bce faccia di più per arginare una crisi che potrebbe contagiare il mondo intero. Attesa per le prossime mosse dell’Ue, che secondo Gurria dovrebbe creare un “firewall”, ovvero una potenza di fuoco, di 1.000 miliardi di euro.

Intanto, facendo il punto della situazione, da segnalare che l’indice S&P500 è cresciuto +3,4% da inizi marzo ad oggi, e si avvia a chiudere in positivo il quarto mese di fila. Sarebbe la scia di rialzi più sostenuta dal 2009.

Dal fronte societario, protagonista Bank of America. Il colosso americano starebbe, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, creando una commissione internazionale di consulenza che avrebbe lo scopo di aiutare il numero uno, amministratore delegato Brian Moynihan, a mettere a punto una strategia globale. Le quotazioni avanzano dell’1,56%.

Tra le banche attenzione anche a Goldman Sachs, che ha raggiunto un accordo per modificare la struttura del proprio cda per convincere un fondo pensione a lasciar cadere la proposta di un azionista che, se accolta, avrebbe potuto costringere il ceo Lloyd Blankfein a rinunciare alla sua posizione di presidente. Il titolo registra +0,02%.

Tra gli altri bancari e finanziari, American Express +1,44%, JPM +0,83%, Morgan Stanley -2,32%, Citigroup. La performance del settore è dunque mista, ma predomina il segno meno. Il Financial Select Sector SPDR ETF, che ricalca la performance dei finanziari nell’indice S&P 500, perde terreno.

Giù i tecnologici, che vedono protagonista il calo di Applied Materials, -2,81%, dopo che il colosso dei semiconduttori ha dichiarato di aspettarsi per l’anno fiscale 2012 un utile aggiustato compreso nel range tra 85 e 95 centesimi per azione, su un fatturato tra $9,1 e $9,5 miliardi. Il consensus è per un attivo per azione di 96 centesimi su un giro d’affari di $9,6 miliardi. Bene invece Nvidia (+2,29%).

In una sessione dominata dal segno meno, si mette in luce il rally di Annie, la societĂ  californiana retail specializzata nella vendita di beni alimentari organici. Il titolo balza nel giorno del suo debutto a Wall Street.

In ambito valutario, l’euro sul dollaro è praticamente piatto a $1,3315, mentre nei confronti dello yen scende a JPY 110,33. Rapporto dollaro/yen in flessione a JPY 82,88.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio accelerano al ribasso e scivolano a quota $105,41 al barile, mentre le quotazioni dell’oro arretrano a $1.657,90 l’oncia.

A tal proposito, da segnalare la decisione di Goldman di rivedere al ribasso l’outlook sulle commodities da “overweight” a “neutral”. Il vero motivo, del ritracciamento delle quotazioni del greggio è però un altro.