Dopo il forte rally originato dal taglio di mezzo punto percentuale dei tassi da parte della Fed i listini americani hanno proseguito sulla strada dei rialzi. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0.55% a 13815, l’S&P500 lo 0.61% a 1529, il Nasdaq lo 0.56% a 2666.48. Gli operatori hanno continuano ad applaudire l’operato della Banca Centrale e non si sono mostrati preoccupati da un nuovo segnale di debolezza giunto dal comparto immobiliare.
Con la manovra aggressiva adottata da Bernake & Co., nel tentativo di contenere gli effetti negativi prodotti dalla crisi del comparto immobiliare e dalle recenti turbolenze nel settore del credito, i fed funds sono stati portati al 4.75%, (minor livello dal maggio dello scorso anno) dal 5.25% precedente. C’e’ forte incertezza ora circa l’atteggiamento della Federal Reserve nei prossimi mesi.
Per alcuni analisti la banca centrale Usa potrebbe decidere uno o due ulteriori ribassi del costo del denaro prima della fine dell’anno. Per altri, invece, potrebbero confermare l’attuale livello per qualche tempo, considerato l’accenno alle ancora elevati pressioni inflazionistiche riportato nel documento ufficiale che ha accompagnato la decisione. Marc Pado, U.S. market strategist di Cantor Fitzgerald, ha giudicato il taglio dei tassi “un sollievo psicologico e fondamentale”, necessario agli investitori e al mercato dopo la crisi creata dal “credit crunch”.
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Restera’ comunque fondamentale nei prossimi giorni continuare a monitorare da vicino gli sviluppi economici e i risultati fiscali delle aziende. I numeri macro diffusi in mattinata hanno confermato la pesante situazione del comparto immobiliare e, sul fronte inflazionistico, un moderato raffreddamento dei prezzi. Nel dettaglio, sia i nuovi cantieri edili che le licenze di costruzione sono scese oltre le attese ad agosto, al peggior livello degli ultimi 12 anni. In merito all’inflazione, i prezzi al consumo (CPI) hanno registrato la prima flessione da quasi un anno (-0.1%), sorprendendo gli analisti, che non avevano previsto invece alcuna variazione.
I dati sulle scorte di petrolio hanno evidenziato un nuovo calo delle riserve di greggio, ma un rialzo superiore alle attese di quelle di benzina e di prodotti distillati. Cio’ ha provocato un temporaneo calo delle quotazioni nei minuti successivi, ma i futures con consegna ottobre sono comunque riusciti a chiudere in rialzo di 42 centesimi a $81.93 al barile.
Sul fronte societario, occhi ancora puntati sul comparto finanziario. Dopo la buona trimestrale di Lehman Brothers (LEH), che ieri ha rassicurato gli investitori sull’impatto che la crisi dei mutui sta avendo sui risultati delle grosse banche coinvolte, notizie negative sono giunte da Morgan Stanley (MS) che ha riportato utili per azione di $1.38, 10 centesimi inferiori al consensus (e $0.16 al di sotto delle previsioni Reuters di $1.54).
Giovedi’ sara’ la volta di Bear Stearns (BSC) e Goldman Sachs (GS).
Tra gli altri titoli, bene il colosso dei cereali General Mills (GIS) dopo aver riportato un aumento dei profitti dell’8.2%. In rialzo di oltre il 18% Accredited Home Lenders (LEND) grazie all’accrodo raggiunto per essere acquisita dal gruppo di private equity Lone Star ad un prezzo di $11.50 per azione. Sugli scudi (+20%) anche la casa biofarmaceutica Renovis (RNVS) rilevata dalla tedesca Evotec.
Sugli altri mercati, sul valutario, euro in flessione ma vicino ai massimi contro il dollaro a 1.3960. Ancora in progresso l’oro: i futures con consegna dicembre sono saliti di $5.80 a $729.50 all’oncia. In lieve calo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.5240% dal 4.48% di martedi’.