BORSA: W.STREET DEBOLE, PESANO DATI, FRENATA WAL-MART/ANSA
Wall Street procede opaca, con il Dow Jones e lo S&P 500 tornati su cali frazionali dopo aver momentaneamente azzerato le perdite in scia ai cali del greggio (scivolato sotto i 58 dollari barile) e il Nasdaq che si mantiene poco variato. Il mercato è depresso dal dato debole sulla produttivita’ negli Usa nel terzo trimestre, risultata invariata dopo il +1,2% del secondo trimestre (rivisto al ribasso rispetto all’ iniziale +1,6%) e allarmato dal riaffiorare dell’ allarme inflazione dopo che il costo del lavoro è salito nel trimestre al 3,8% (+3,4% le attese) e su base annua ha segnato un balzo del 5,3%, ovvero il maggior incremento dal 1982.
Più in generale, il rallentamento della produttività e l’ aumento del costo del lavoro – che incide per i due terzi sui costi di beni e servizi – fanno temere un rialzo dei prezzi da parte delle aziende. Per gli economisti, i dati odierni sembrerebbero dunque smentire le aspettative della Federal Reserve di crescita “moderata” dell’ inflazione. Deludente è risultato anche il dato sugli ordinativi alle fabbriche a settembre, che hanno messo a segno un rialzo del 2,1% contro le attese degli analisti di +4,0%. Al netto dei Trasporti gli ordinativi hanno inoltre registrato un calo del 2,4%.
Sugli operatori si riflettono inoltre negativamente le previsioni deludenti fornite dal colosso della grande distribuzione Wal-Mart ([[WMT]]) circa le vendite di novembre: si teme a questo punto anche per l’ andamento delle vendite nel periodo natalizio. Guardando l’ andamento dei singoli titoli, Wal-Mart perde 1.10 dollari, a 47,75 dollari. Il gruppo leader nel retail prevede che le vendite nel mese appena iniziato risulteranno invariate. Se così fosse, si tratterebbe della peggior performance per il colosso della grande distribuzione dall’ aprile 1996.
Male anche la rivale più piccola Target ([[TGT]]) che lascia sul terreno 1,20 dollari, a 56,68 dollari, dopo aver riportato vendite in aumento a ottobre del 3,9%, sotto le attese medie degli analisti di +4,3%. Va giù anche la catena di abbigliamento Gap ([[GAP]]), in calo del 5,8%, per il maggior tonfo nello S&P 500. Il gruppo ha riportato nel trimestre un calo degli utili e delle vendite superiore alle stime medie degli addetti ai lavori.
Giornata-no inoltre per Intel ([[INTC]]) che patisce un downgrading da parte di Merrill Lynch. Il colosso dei semiconduttori perde 33 cents, a 20,69 dollari. Sorride invece Dell che mette a segno il maggior guadagno all’ interno dello S&P 500 salendo del 3,7%, a 24,90 dollari. Il gigante dei computer si avvantaggia di un upgrading da parte di Goldman Sachs. Bene anche Sprint Nextel ([[S]]), in progresso di 27 cents, a 19,13 dollari, dopo aver detto che inizierà ad offrire il servizio e-mail di Google.
Quando sono trascorse tre ore circa dall’ avvio delle contrattazioni, questa la situazione dei principali indici della Borsa Usa: il Dow Jones perde lo 0,15% (12.012,45 punti) , lo S&P 500 cede lo 0,12% (1.366,14) e il Nasdaq si attesta su +0,02% (2.334,90).