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WALL STREET AMPLIA RIALZI SETTIMANALI CON BLUE CHIP

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I listini di Wall Street hanno chiuso in territorio positivo una seduta segnata ancora una volta da un certo nervosismo, sostenuti dall’ottimismo suscitato dai dati sul mercato del lavoro e sulla produttivita’.

Il Dow e’ avanzato dello 0.46% a quota 10444.14, il Nasdaq dello 0.51% in area 2292.31, mentre l’S&P 500 ha chiuso in progresso dello 0.37% a 1122.94 punti.
Per l’indice allargato e il paniere composito si tratta della quinta seduta di rialzi.

Tra i settori particolarmente comprati i finanziari (benchmark settoriale +0.9%) e le societa’ di vendite al dettaglio (+2%). Fari puntati su queste ultime, con Abercrombie & Fitch che ha guadagnato il 12%, chiudendo in vetta all’S&P 500 dopo aver riportato vendite superiori alle stime in febbraio. Nel complesso le societa’ Usa hanno registrato un incremento dei ricavi dei punti vendita aperti da almeno un anno del 4.1%. Si tratta del risultato piu’ positivo degli ultimi 27 mesi.

Il mercato e’ riuscito ad allungare i rialzi settimanali nonostante il dato negativo arrivato dal fronte immobiliare, che ha mostrato un calo inaspettato delle vendite di case con contratti in corso. Si tratta del peggiore da 11 mesi. Anche gli ordini alle fabbriche non hanno rispettato le stime, ma di poco.

Questi risultati vanno ad aggiungersi a quelli pubblicati nel primo pomeriggio italiano. Ad aprire le danze i sussidi di disoccupazione: nella settimana terminata lo scorso 27 febbraio e’ stato registrato un calo a 469.000, meglio di quanto atteso dal mercato. Contemporaneamente e’ stata pubblicata la lettura finale della produttivita’ nel quarto trimestre. La revisione e’ superiore alle stime, facendo ben sperare per la ripresa dell’economia.

I dati sui sussidi hanno allentato i timori sulle cifre che domani il governo pubblichera’ relative alla situazione occupazionale del Paese in febbraio. Il tasso di disoccupazione e’ visto al 9.8% dal 9.7%, mentre l’economia dovrebbe aver bruciato altri 63.000 posti di lavoro dopo i 20.000 di gennaio.

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Allo stesso tempo hanno permesso agli investitori di dimenticare, o per lo meno mettere da parte per un po’, i timori di una brusca frenata dell’economia mondiale, minacciata dalla crisi finanziaria della Grecia, che rappresenta la minaccia piu’ grave che l’euro si sia mai trovata a dover affrontare nei suoi 11 anni di storia.

Intanto dall’altra parte dell’oceano il presidente della BCE Jean-Claude Trichet ha definito convincenti le decisioni prese dal governo greco per sanare le proprie finanze, definendo “assurda” l’ipotesi di un’uscita di Atene dalla zona euro. L’attenzione degli operatori e’ focalizzata sull’asta di Titoli di Stato varata dal paese, che ricorre al mercato per raccogliere fondi.

Tornando all’interno della sfera societaria, il brutto tempo che ha toccato molte citta’ americane nel mese di febbraio (il piu’ innevato dagli anni settanta e il piu’ freddo in oltre venti anni) ha forse limitato gli acquisti di molti consumatori, che hanno preferito stare a casa. Ma quelli piu’ tenaci hanno permesso ad alcuni brand di mettere a segno vendite superiori alle stime, in particolare nel comparto dell’abbigliamento.

E’ il caso di Limited Brands (+10%), Wet Seal, Buckle e Hot Topic. Urban Outfitters non ha rilasciato numeri ma ha riferito che le vendite sono superiori rispetto a quelle di fine anno. Tra gli altri, Macy’s ha registrato un +3.7% American Eagle una crescita del 6%, Nordstrom un +10%, Ross Stores un +11% e J. C. Penney un +1.2%. Bene anche Zumiez (abbigliamento per i teenager) con un incremento di oltre il 15%.

Tra le blue chip piu’ comprate figura Coca Cola, che e’ stata promossa da Ubs a Buy da Neutral: l’incertezza legata all’acquisizione della societa’ che imbottiglia la famosa bibita crea un interessante livello per acquistare il titolo. Disney e’ il titolo preferito nel comparto media e entertainment dagli analisti di Bank of America: giudizio Buy da Neutral.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio arretrano. I futures con consegna aprile calano di $0.39 attestandosi a $80.48 al barile dopo aver toccato ieri i massimi di sette settimane. Sul valutario la moneta unica ha guadagnato terreno a $1.3577 dagli $1.3708 di ieri. L’oro perde $10.20 a quota $1133.10 l’oncia. In progresso i Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.6060% (-19 punti base).