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WALL STREET: ALTA VOLATILITA’, CHIUSURA NEGATIVA

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Gli indici americani non sono riusciti a conservare il rialzo segnato durante le contrattazioni ed hanno chiuso la seduta in territorio negativo. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.10% a 10686, l’S&P500 dello 0.39% a 1229, il tecnologico Nasdaq ha ceduto lo 0.65% a 2186. Alle buone notizie dai comparti manifatturiero e retail si sono contrapposti i segnali contrastati sull’inflazione. I mercati non sono stati in grado di capitalizzare neanche dal ritracciamento del petrolio.

In un intervento al Senato, il futuro Presidente della Fed, Ben Bernanke, ha dichiarato che si impegnera’ a continuare la politica monetaria adottata fino a questo momento da Alan Greenspan. Ha aggiunto che rimarra’ indipendente da qualsiasi influenza politica e che sara’ preferibile fissare un formale target d’inflazione.

Una serie di dati economici comunicati in mattinata hanno offerto un quadro piu’ chiaro sull’attuale situazione economica americana, ma hanno fatto ben poco per affievolire i timori che l’inflazioni rappresenti ancora un maggiore problema.

Nel mese di ottobre, l’indice dei prezzi alla produzione
(PPI) ha registrato un incremento dello 0.7%, rivelandosi superiore alle attese del mercato che non prevedevano alcuna variazione. Buone notizie sono comunque emerse dalla lettura del dato “core”, ovvero l’indice depurato dalle componenti piu’ volatili, quali il settore alimentare e quello energetico, sceso dello 0.3%. Si tratta del piu’ largo decremento degli ultimi 30 mesi. Nel mese precedente era avanzato dello 0.3%. Il consensus era per un incremento dello 0.2%.

Sostanzialmente positivo anche l’altro dato in calendario, relativo ai numeri di ottobre del comparto retail. Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono scese dello 0.1% contro le attese di una flessione dello 0.7%. Esclusa la componente auto, l’incremento e’ stato dello 0.9%, contro un consensus del +0.3%.

Sul fronte manifatturiero, l’attivita’ lavorativa nell’area di New York ha effettuato un rimbalzo dal mese precedente. Una componente del dato, pero’, e’ schizzata ad un nuovo record, risvegliando i timori di un incremento delle pressioni inflazionistiche.

A tal proposito, il presidente della Fed del distretto di Chicago, Moscow, ha ribadito il concetto che la Banca Centrale Usa potrebbe adottare una politica monetaria piu’ restrittiva nel caso di un aumento dell’inflazione.

Passando alla cronaca societaria, alcuni allarmi erano giunti gia’ in mattinata con il warning sulle vendite comparate del mese di novembre da parte del gruppo retail Target Corp. L’azienda ha annunciato che le vendite si collocheranno ad un livello inferiore rispetto a quello stimato in precedenza (4%-6%). Il fatto ha risvegliato i timori di un rallentamento della spesa dei consumatori nella stagione natalizia. Il titolo ha chiuso in calo di oltre il 7%.

Tra le altre notizie, il colosso Home Depot ha annunciato utili trimestrali superiori alle attese. Bene anche J.C. Penny che ha riportato un EPS di 94 centesimi ed ha rivisto al rialzo l’outlook per il futuro.

Proseguono intanto le operazioni di mergers & acquisitions. La societa’ farmaceutica Allergan ha offerto $3.2 miliardi per l’acquisizione di Inamed Corp, nel tentativo di offuscare la precedente proposta avanzata da Medicis Pharmaceutical sulla stessa societa’.

Nel comparto farmaceutico, e’ stato raggiunto un accordo definitivo sulle trattativa Johnson & Johnson-Guidant. Stando alle nuove condizioni, il colosso farmaceutico paghera’ circa $21.5 miliardi tra cash e azioniper l’acquisizione del gruppo sviluppatore di apparecchiature mediche, circa $4 miliardi in meno rispetto alla cifra concordata in precedenza. Ricordiamo che il rifiuto al compimento dell’operazione di acquisizione da parte di Johnson & Johnson, era scattato in seguito al ritiro di alcuni prodotti difettosi ed errori contabili che avevano fatto finire Guidant nel mirino della SEC, l’organo di controllo della borsa statunitense. Il titolo JNJ ha chiuso la sessione in progresso di oltre il 4%, risultando il migliore tra il Dow Jones.

Sotto i riflettori anche Amazon.com, schizzato di oltre il 7%, per poi chiudere con un rialzo del 4%, in seguito alla notizia che prendera’ il posto di AT&T nell’indice S&P500.

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Sugli altri mercati, il petrolio ha chiuso ai minimi di cinque mesi, sotto i $57 al barile. Il contratto futures con consegna dicembre ha ceduto 71 centesimi a quota $56.98. A pesare sull’andamento del petrolio sono le previsioni di un aumento delle scorte di prodotti distillati per la prima volta nelle ultime otto settimane. Il dato sara’ comunicato mercoledi’ alle 16:30 ora italiana.

L’euro e’ in rialzo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.1723. Sostanzialmente invariato l’oro. Il futures con scadenza dicembre ha chiuso in calo di 10 centesimi a quota $469.00 all’oncia. In progresso, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.56%, dal 4.61% di lunedi’.