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Wall Street al top post-recessione. Argento al record di 31 anni

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New York – Dopo aver oscillato per gran parte della seduta vicino ai massimi del 2011, in mancanza di veri e propri catalizzatori il mercato azionario americano ha chiuso contrastato. Dopo l’oltre +5% messo a segno nel trimestre, che ha permesso agli indici di iniziare l’anno cosi’ bene come non si vedeva dal 1998, oggi l’indice S&P 500 non e’ riuscito a oltrepassare una resistenza chiave e ha perso lo 0,04% in area 1.331,94 e il Nasdaq ha ceduto lo 0,08% a quota $2.787,3, mentre il paniere delle blue chip ha guadagnato lo 0,13% in area 12.392,43. Che corrisponde al nuovo massimo post-recessione, l’indice dei tioli industriale era a questo livello prima che scoppiasse la terrribile crisi finanziaria nell’ottobre 2008.

Dopo un inizio di secondo trimestre solido il Dow Jones ha fatto fatica a estendere i guadagni di aprile. Tra le sue singole componenti, in denaro Wal-Mart, General Electric e Johnson & Johnson, mentre Intel e Hewlett-Packard scivolano in rosso. L’indice della volatilia’ Vix, considerata la misura piu’ attendibile della paura che aleggia sui mercati, e’ salito sopra quota 17. A livello settoriale, materiali di base, assistenza medica e tlc sono stati i piu’ richiesti, mentre tecnologici e finanziari hanno ceduto terreno.

I prezzi energetici, dopo aver attirato un certo interesse nel preborsa tanto che il pretrolio si era portato sui nuovi massimi di due anni a $108,48, ora ritracciano sotto la linea di parita’. In Libia i ribelli hanno conquistato terreno e avanzato in una citta’ chiave per la produzione di petrolio. Stando agli ultimi report, il colonnello Muammar Gheddafi starebbe cercando di stringere un accordo per mettere fine alla guerra e per il New York Times due dei suoi fogli hanno proposto la nascita di una democrazia costituzionale.

Secondo Commerzbank oltre al conflitto in Libia e alle proteste nella regione mediorientale, a offrire un supporto ai prezzi energetici la settimana scorssa sono stati i dati positivi in ambito lavorativo Usa. Nel frattempo l’indice del dollaro, che misura la prova della vauta statunitense contro le sei principali rivali, e’ indeciso sulla strada da intraprendere.

Volatili i mercati europei. Il tono tiepido, accompagnato da una certa tensione nelle sale operative, e’ probabilmente dovuto anche alle riunioni di politica monetaria attese in settimana. Giovedi’ la Bce dovrebbe alzare i tassi di interesse, mentre entro la fine dell’anno e’ sempre piu’ probabile vedere una stretta monetaria anche in Usa.

In calendario macro non sono previsti appuntamenti di rilievo pertanto gli occhi saranno puntati sul fronte geopolitico, mentre le quotazioni del petrolio continuano a salire. Ma la ripresa del mercato occupazionale avra’ anche l’effetto di alimentare le speculazioni circa le prossime mosse in materia di politica monetaria dela Federal Reserve. Se da un lato ormai sembra da escludere un nuovo round di misure straordinarie di allentamento, dall’altro in pochi si sentono di escludere un intervento aggressivo di rialzo dei tassi entro la fine dell’anno.

In ambito societario, i titoli Vodafone Group quotati a New York si spingono in rialzo dopo che il gigante tlc britannico ha annunciato che vendera’ una quota del 44% in SFR alla francese Vivendi per una somma pari a circa $11,3 milliardi.

Sugli altri mercati i contratti del petrolio con scadenza maggio del greggio hanno guadagnato $0,53 a $108,47 il barile. I contratti con scadenza maggio sull’oro sono avanzati dello 0,3% a $1.433 l’oncia. Intanto l’argento e’ salito del 2% ai massimi di 31 anni.

Sul fronte valutario l’euro cala dello 0,11% sul dollaro in area $1,4211. Quanto ai Treasury, il rendimento sul decennale vale il 3,418%, in flessione di 3,3 punti base rispetto alla chiusura di ieri.