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Wall Street ai massimi da giugno 2008 in attesa della Fed

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New York – In una giornata segnata dal ritracciamento pesante dell’argento (si parla di scoppio di una bolla), prosegue in positivo la seduta per la borsa americana, con i rialzi che aumentano di intensita’ con il passare delle ore e raggiungono livelli pari all’1% raggiungendo i massimi in chiusura di giugno 2008. I trader sono incoraggiati dalle ultime trimestrali annunciate da Ford, Ups, 3M e dal risultato migliore del previsto della fiducia dei consumatori, tuttavia i volumi rimangono ancora contentuti in attesa di ricevere ulteriori informazioni sulle strategie di politica monetaria della Federal Reserve.

Ford si e’ resa protagonista del miglior trimestre degli utili 13 anni, mentre i profitti di Coca-Cola sono risultati sostanzialmente in linea: gli utili si sono attestati a a $0,86 per azione, se i dati vengono depurati delle componenti straordinarie (il consensus era di 0,87). Il fatturato e’ cresciuto del 39,8% anno su anno a quota $10,52 miliardi. Le attese erano per un numero pari a $10,57 miliardi. Ha deluso la guidance emessa dalla societa’ di noleggio e streaming video Netflix.

Sul fronte macroeconomico americano i prezzi immobiliari sono calati per il settimo mese di fila attestandosi di poco sopra il bottom di aprile 2009, secondo quanto emerso dal rapporto di S&P/Case-Shiller. La fiducia dei consumatori e’ invece risultata migliore delle previsioni. Dopo aver raggiunto i massimi di tre anni a febbraio, in marzo l’indice del Conference Board e’ calato da 72 punti a 63,4, per poi risalire in aprile a 65,4.

L’attenzione degli operatori e’ focalizzata in particolare sull’inizio del meeting del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, che si concludera’ nella giornata di domani con la decisione sui tassi sui fed funds, ma anche su nuove dichiarazioni in relazione alla manovra di quantitative easing QE. Domani Ben Bernanke scrivera’ un capitolo di storia, tenendo la prima conferenza stampa post-riunione del FOMC. L’obiettivo di Bernanke e’ rendere piu’ trasparente la politica monetaria americana della Federal Reserve, rispondendo alle domande dei giornalisti e dando all’istituto un’unica voce, in vista delle scelte che dovranno essere prese per mantenere l’economia Usa sulla strada della ripresa, rientrando gradualmente dalle misure straordinarie assunte per far fronte alla crisi.

Il messaggio, secondo gli analisti, riguardera’ probabilimente la conclusione delle misure straordinarie di allentamento monetario (Quantitative Easing 2). Il comitato composto da sette uomini e tre donne non tocchera’ i tassi, scesi praticamente a livello zero e dovranno decidere se estendere o meno il programma di acquisto di bond da 600 miliardi di dollari, che scadra’ a giugno. Finora la formula scelta dalla Fed e’ stata di minimizzare i rischi di inflazione, sostenendo che la ripresa si sta rafforzando, anche se la disoccupazione resta a livelli troppo elevati. Domani molto probabilmente la Fed sara’ meno ottimista sulla ripresa, che rischia di subire i contraccolpi della riduzione del deficit pubblico e del caro benzina.

in Europa le preoccupazioni sui Piigs continuano a permanere: nella giornata di oggi, si assiste a un nuovo massimo per gli spread di Grecia e Portogallo che nei confronti della Germania, sul comparto decennale, hanno testato nuovi massimi. L’Eurostat ha comunicato inoltre in mattinata che nel corso del 2010 il deficit della Grecia si è attestato al 10,5% del Pil, rivedendo al rialzo le sue precedenti stime, che erano del 9,4%. Ancora, sempre l’Eurostat ha affermato che nell’Eurozona, il rapporto deficit/Pil è sceso complessivamente l’anno scorso al 6%.

Riguardo all’Italia, l’istituto ha reso noto che nel 2010 il debito italiano è salito al 119% del Pil. A tal proposito, sono stati resi noti anche i risultati dell’asta dei titoli di stato italiano: occhio ai rendimenti dei Ctz a due anni, che sono saliti al 3%, di mezzo punto percentuale rispetto all’ultima asta. In rialzo anche i rendimenti dell’asta spagnola, con quelli a tre mesi che sono balzati dallo 0,899% di marzo all’1,371%.