New York – Dopo un calo del 3,9% accusato la settimana scorsa, il vento sembrava cambiato a Wall Street. Ma ora gli indici di borsa sono tornati a cedere terreno. In chiusura il Dow ha ceduto lo 0,09%, il Nasdaq lo 0,43% e l’S&P lo 0,41%. Sul fronte obbligazionario, i prezzi dei Treasuries fanno un gran balzo dopo un avvio debole, segnale che si e’ trattato di euforia soltanto momentanea in avvio.
Si e’ gia’ interrotto il rally per i listini americani, che dopo un breve brindisi all’accordo sul debito Usa arrivato prima dell’apertura dei mercati asiatici e annunciato dal presidente americano Barack Obama, tornano a concentrarsi sull’economia reale.
I dati macro relativi all’attivita’ manifatturiera hanno deluso le attese con l’indice Ism che e’ sceso ai livelli di luglio 2009, quando gli Stati Uniti si trovavano nel bel mezzo della recessione. Dopo i cali in Gran Bretagna e Giappone, il mercato deve fare i conti anche con la battuta d’arresto in Usa. La spesa per le costruzioni e’ aumentata dello 0,2% in giugno.
I rendimenti sul decennale sono scesi ai minimi del 2011. “Le cifre macro ci dicono che l’economia sta perdendo slancio. L’attivita’ manifatturiera era il punto di forza della ripresa”, dice a Bloomberg Steven Ricchiuto , chief economist del broker Mizuho Securities. “Manterra’ alta la domanda di titoli di stato americani”.
Oggi si attende il voto della Camera sul compromesso raggiunto in extremis. Al momento, le agenzie di rating non si sono ancora espresse sulle misure che dovrebbero portare a una riduzione delle spese pubbliche di circa $2,5 trilioni nei prossimi 10 anni.
Secondo gli strategist di Wall Street e d’Europa le iniziative potrebbero non essere sufficienti a scongiurare un declassamento del rating sul credito. Ma a giudicare dall’andamento delle borse, il mercato non e’ preoccupato all’idea che gli Usa potrebbero perdere la tripla A.
In ambito valutario, l’indice che rappresenta il dollaro risulta molto volatile. Dopo un avvio difficile ora si e’ issato ai massimi di seduta di 74,05. Il biglietto verde ora avanza nei confronti dell’euro, che ridiscende cosi’ sotto la soglia di quota $1,44, a $1,4260.
Sul fronte delle commodities, assistiamo a un calo dell’oro, a cui corrisponde il ritorno dell’avversione al rischio sui mercati. Le quotazioni del metallo prezioso si assestano a quota $1.621,70 l’oncia. Andamento opposto per i futures sul petrolio, che dopo aver toccato punte del +2% sopra $97 al barile, scivolano a quota $94,89 l’oncia.
Quanto ai Treasuries, i rendimenti sul decennale arretrano di 7,4 punti base a 2,73%. Lo yield sul benchmark del Tesoro ha toccato il punto piu’ basso dell’anno al 2,72%. Per trovare un livello del genere bisogna mettere indietro le lancette dell’orologio al 12 novembre 2010.