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(WSI) – Esattamente dieci anni dopo lo sbarco sul Nyse, i fratelli De Rigo hanno deciso di lanciare un’Opa sul 100% della società di occhiali di Longarone con l’obiettivo del delisting. Ennio e Walter De Rigo, rispettivamente presidente e direttore della società, attraverso la De Rigo Holding (Drh) hanno in mano il 77,2% del gruppo.
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Il mese scorso la Drh ha costituito una nuova «scatola», la Dr 3 srl, che sarà il veicolo per l’Opa sull’intero flottante. In questo modo la società potrà «uscire dal New York Stock Exchange, e cessare di essere una publicly traded company», si legge nel prospetto depositato presso la Sec. L’offerta, partita in sordina giovedì scorso, si chiuderà il prossimo il 9 settembre. Ogni azione, e di conseguenza ogni Ads (American depositary share, ossia i titoli rappresentativi delle azioni che quotano a New York), sarà pagata 8,75 dollari cash: si tratta di un premio di quasi il 25% rispetto alla chiusura del giorno precedente il lancio dell’Opa.
«L’offerta – spiega il prospetto – non è soggetta all’autorizzazione della Consob e non sarà indirizzata, direttamente o indirettamente, in Italia, dove non saranno distribuite copie dei documenti informativi e del prospetto». L’ammontare complessivo dell’operazione «nel caso vengano consegnate tutte le azioni e le Ads oggetto della proposta, e compresi i costi e le commissioni, sarà attorno a 88,1 milioni di dollari». Per sostenere l’Opa, Banca Intesa ha garantito a fine di luglio una linea di credito di 90 milioni di dollari.
Facile prevedere un’adesione di massa dal momento che i De Rigo pagano un prezzo che valorizza il titolo ai livelli, mai più toccati, del 2001 e che supera di gran lunga i 6,3 euro che la famiglia versò nelle casse di Prada per riacquistare il 5% del gruppo. Tra i maggiori azionisti, famiglia a parte, al primo giugno 2005 figura Schroder Investment con l’8,8% delle Ads in circolazione; oltre al socio storico dei De Rigo, Michele Aracri (che ha il 2% delle azioni), e al vicepresidente Maurizio Dessolis, il resto del management non dovrebbe invece detenere più dell’1% dell società.
Nel caso l’Opa si chiudesse in modo favorevole, De Rigo sarà il secondo importante gruppo degli occhiali a lasciare la Borsa (dopo Safilo), nonché un esempio di passo indietro dal listino americano, il cui appeal sembra oggi sempre più appannato. De Rigo sbarcò sul Nyse nell’ottobre 1995, con grandi aspettative, tanto da proporre un prezzo d’Ipo di 16 dollari.
«Il mercato non ha mai apprezzato pienamente – si legge nel prospetto – il modello e le strategie di De Rigo. Peraltro, riteniamo – spiegano i due imprenditori bellunesi – che la società non abbia beneficiato, e non preveda di poterlo fare nel futuro, del fatto di essere quotata, sia nel raccogliere capitale dai mercati, sia in acquisizioni con scambi azionari». La quotazione, in sostanza, comportava solo costi burocratici e amministrativi, un lusso che la famiglia ha deciso di non voler più sostenere.
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