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Wall Street accentua il rosso. Obama: “L’economia non va”

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A Wall Street si sono aggravate le perdite sul finale con il mercato che gia’ pensa al report governativo sul lavoro di venerdi’. Il Dow cede 134 punti tra volumi sottili, trascinato al ribasso da Bank of America, Home Depot e Intel. Hewlett-Packard e’ l’unica blue chip che e’ riuscita a chiudere sopra la parita’.

L’amministrazione Usa intanto resta impegnata a ”spingere e promuovere la crescita”, secondo quanto riferito dal presidente Usa, Barack Obama, in riferimento alla situazione economica del Paese. Ma l’inquilino della Casa Biana ha posto l’accento su alcuni punti critici dell’attuale fase: ”troppe piccole imprese in difficolta’, dobbiamo fare di piu’ per assisterle. Invitero’ il Congresso a promuovere provvedimenti per aiutarle”.

Poi, il tema di una disoccupazione ancora ”troppo alta”. ”Formuleremo presto delle nuove proposte, nuove misure per favorire la crescita e l’occupazione nel lungo termine. Ci attendono numerose sfide, ma sono fiducioso che le affronteremo”, ha concluso Obama.

Il paniere delle blue chip ha ceduto l’1.39% a quota 10009.95, il Nasdaq l’1.56% in area 2119.97, mentre l’S&P 500 l’1.47% a 1048.91 punti. Tra i settori, presi particolarmente di mira finanziari, titoli di societa’ al consumo discrezionali e industriali.

Di altri tempi, i dati macro uniti ai tanti affari stretti in Borsa avrebbero alimentato un bel rally, invece gli investitori non sono affatto convinti che la ripresa possa durare: vogliono vedere qual e’ il reale stato di salute del mercato del lavoro e capire se ci sono margini di recupero nell’immobiliare. Avranno risposte nel corso della settimana.

Gli analisti sottolineano che le attivita’ di M&A, numerose quest’oggi, sono la prova che molti titoli azionari sono convenienti a questi prezzi e che le societa’ hanno cash da spendere.

Dal punto di vista macro la giornata e’ stata piuttosto scarna di notizie. Nessuna particolare sorpresa da spese al consumo e redditi personali di luglio: le prime hanno registrato un incremento dello 0.4%, lievemente sopra le attese, i secondi dello 0.2, in linea. In pratica gli americani hanno speso piu’ di quanto guadagnato.

Sul fronte societario non mancano invece le notizie. Nel settore farmaceutico, l’americana Genzyme ha detto nuovamente no all’offerta di acquisto della francese Sanofi-Aventis. Sul piatto le stesse cifre di un mese fa: $18.5 miliardi pari a $69 per azione. La risposta del Cda del gruppo Usa e’ stata la seguente: “un prezzo di partenza irrealistico che sottovaluta enormemente il valore della nostra societa’”.

Nel comparto dei chip, Intel si e’ aggiudicata la divisione wireless della tedesca Infineon per $1.4 miliardi. La conglomerata 3M (famosa per i suoi post-it) ha detto di voler comprare Cogent permettendo cosi’ un rafforzamento nelle tecnologie per l’identificazione tramite impronte o altre soluzioni biometriche. Offerti $943 milioni, con un premio di quasi il 18% rispetto alla chiusura di venerdi’.

Via libera da parte dei vertici del colosso dell’hardware HP all’aumento del piano di riacquisto di azioni proprie, che passa a $10 da $8 miliardi. Il gruppo nel frattempo resta sempre in corsa per aggiudicarsi la societa’ di gestione dati 3PAR, nel mirino anche di Dell.

Il mercato nel frattempo inizia a guardare, con sguardo lungimirante, al 21 settembre, quando la Federal Reserve si riunira’ per prendere una decisione sulla politica monetaria da adottare (tra l’altro ultimo appuntamento prima delle elezioni di medio termine di novembre). Il tutto dopo che la settimana scorsa il governatore Ben Bernanke ha ribadito la disponibilita’ della banca centrale all’acquisto di ulteriori titoli di stato Usa.

Bernanke ha preso in considerazione anche altri 3 tipi di manovre: 1) modifica del comunicato successivo al Fomc al fine di rendere più lungo l’impegno a mantenere i tassi fermi; 2) riduzione dei tassi sulle riserve in eccesso; 3) incremento dell’obiettivo di inflazione di medio termine. Lo stesso Bernanke ha però evidenziato come tali misure al momento non appaiono praticabili, in particolare le ultime due, mentre invece qualche spiraglio è sembrato rimanere aperto per l’ipotesi di modifica del comunicato.

Nel comparto energetico i futures sul petrolio con consegna ottobre, cedono lo 0.63% a $74.70. Il derivato con scadenza settembre dell’oro segna +0.12% a $1237.10. Sul fronte valutario l’euro segna -0.77% a quota $1.2662. Quanto ai Treasury, il rendimento del decennale e’ sceso al 2.6020 dal 2.6520 di venerdi’. In buon rialzo i prezzi dei Treasury, con il rendimento sul decennale che e’ scivolato di 10.7 punti base a quota 2.5450%.