New York – Wall Street ha chiuso la giornata di contrattazioni in rialzo, grazie anche alla pubblicazione dell’indice preliminare della fiducia dei consumatori stilato dall’Università di Michigan: il dato, relativo al mese di dicembre, si è attestato a 67,7 punti, in crescita rispetto a novembre e a un valore più alto delle attese del consensus.
Una buona notizia, sempre arrivata dal fronte economico, ha visto protagonista il deficit della bilancia commerciale che a ottobre è sceso dell’1,6% a $43,5 miliardi. Anche in questo caso, il dato è stato migliore delle stime degli analisti, pari a $44 miliardi, e ha segnato un calo per il quarto mese consecutivo, attestandosi al minimo del 2011.
Il rialzo a Wall Street e’ stato agevolato anche dall’accordo raggiunto a Bruxelles, che fa ben sperare gli investitori americani su un piano efficace del rientro del debito europeo. Il Dow Jones ha guadagnato l’1,55% a quota 12184,26; il Nasdaq e’ cresciuto dell’1,94% a 2646,85 punti, l’indice S&P 500 e’ salito +1,69% a 1255.
Market mover della giornata rimane l’Europa: fin dall’inizio della giornata di contrattazioni, i mercati americani si sono infatti adeguati alla performance dei listini europei, replicando la loro reazione al vertice europeo.
In realtà, l’accordo raggiunto dai leader europei non comprende molte delle soluzioni su cui i mercati avevano scommesso negli ultimi giorni; soprattutto, il summit, ancora in corso in queste ore, ha messo in evidenza una profonda frattura in Europa, dopo il no del primo ministro del Regno Unito David Cameron, che si è rifiutato di partecipare all’attuazione delle misure approntate. Tra queste, la creazione di una “Unione di bilancio” e dell’applicazione di sanzioni ai paesi meno virtuosi. Le dichiarazioni di molti leader europei sono state comunque positive, e hanno riportato così il sereno sui mercati, dopo i profondi sell off di ieri.
A Wall Street, così come in Europa, si mettono in evidenza soprattutto i rialzi dei titoli finanziari, con Morgan Stanley che balza del 4,7%. Buy anche su Bank of America +3,9%, Goldman Sachs +2,6%, JP Morgan +2,7% e Citigroup +4,6%.
Acquisti anche su alcuni tecnologici, con Apple +0,60%, Cisco Systems +1,62%, Microsoft +1,73%. Nel comparto soffrono però Altera e Texas Instruments, dopo che entrambe le società hanno tagliato le stime sui risultati trimestrali. Sotto pressione così soprattutto il comparto dei semiconduttori, con il Philadelphia Sox Index che cede lo 0,57%.
Guardando alla performance dell’azionario americano nel suo complesso, l’indice S&P500 è sceso dello 0,8% nel corso della settimana, dopo il calo di ieri provocato dalle dichiarazioni della Banca centrale europea, che ha smorzato le speranze di chi auspicava un aumento degli acquisti dei titoli di stato dei paesi periferici.
Tra le storie societarie, Apple, che contesta la decisione di non bloccare la vendita di smartphone e tablet Samsung Galaxy negli Stati Uniti. In evidenza anche il colosso chimico Du Pont, le cui quotazioni sono arrivate a perdere il 6% dopo che l’azienda ha tagliato l’outlook sugli utili del 2011.
Sul fronte valutario, l’euro sale nei confronti del dollaro a quota $1,3387 (+0,31%); la moneta unica è piatta il franco svizzero a CHF 1,2351 (-0,02%), mentre nei confronti dello yen risale a JPY 103,83(+0,22%).
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio sono a quota $98,29 al barile (-0,05%), mentre le quotazioni dell’oro salgono dello 0,30%, a $1.718,60 l’oncia.