Seduta piatta per i mercati americani, con i principali indici azionari che faticano a trovare una chiara direzione dopo il forte recupero di mercoledi’ pomeriggio. Il Dow Jones perde lo 0.12% a 10033 e il Nasdaq guadagna lo 0.15% a 1929.
A condizionare l’umore degli operatori sono ancora le preoccupazioni sui tassi d’interesse, alimentate dal dato di oggi sui prezzi alla produzione, e sul rincaro del petrolio.
Nel mese di aprile l’indice PPI, infatti, ha registrato un incremento dello 0.7% contro il +0.3% stimato dagli analisti. Prosegue inoltre la corsa del greggio: nel corso della seduta il future per consegna a giugno si e’ spinto fino a $41 al barile (ai livelli del ’90) per poi ripiegare a $40.75.
Non hanno inoltre contribuito a diffondere ottimismo i dati sulle vendite al dettaglio, che ad aprile sono scese dello 0.5% contro il –0.2% pronosticato. Notizie poco incoraggianti, infine, dal mercato del lavoro: la scorsa settimana le richieste di sussidi di disoccupazione sono aumentate di 13.000 unita’ a 331.000, livello superiore alle 325.000 unita’ attese.
Sul fronte societario, da segnalare il buon progresso della blue chip Disney, che guadagna quasi l’1% sull’onda della trimestrale nettamente migliore delle previsioni. In recupero anche Wal-Mart, che dopo la debolezza iniziale ritrova vigore e sale dell’1%. Sul colosso retail erano pesate le preoccupazioni espresse dell’a.d del gruppo sugli effetti di un aumento del petrolio sul livello dei consumi. Vendite, invece, sulla blue chip Altria, che perde quasi il 2% dopo il downgrade da parte di Goldman Sachs.
A livello di settore, continua il progresso dei comparti energetico e servizi petroliferi, che beneficiano del rialzo del petrolio. Perdono terreno, invece, semiconduttori, bancari, retail e farmaceutici.
Sugli altri mercati, il dollaro e’ in recupero sull’euro, con il cambio tra le due valute a $1.1802. L’oro e’, invece, in calo con il future di giugno quotato a $373.5 all’oncia. I titoli di Stato, infine, sono in sensibile ribasso: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ balzato al 4.86%, ai massimi di 22 mesi.