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WALL STREET A DUE VELOCITA’, RESTA L’ALERT

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Un’altra seduta nel segno dell’incertezza e della volatilita’ a Wall Street. In assenza di dati macro rilevanti (il rilascio del dato sulle scorte non ha avuto alcun impatto sul trading) e di importanti trimestrali societarie, gli operatori hanno continuato ad interrogarsi sullo stato dell’economia e sulle conseguenze che potra’ avere uno scenario di recessione. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.53% a 12182, l’S&P500 dello 0.42% a 1331, il Nasdaq ha chiuso in progresso dello 0.52% a 2304.

La forza di alcune grosse societa’ del comparto hi-tech hanno permesso al Compositie di terminare in discreto rialzo, mentre l’avanzamento di greggio e commodities ha offerto un valido supporto ai titoli delle societa’ petrolifere e minerarie. Il comparto tecnologico e’ avanzato in primo luogo grazie al piano di riacquisto di azioni proprie annunicato dal colosso retail online Amazon.com (AMZN), il cui titolo ha chiuso in rialzo del 3.65%. Buone prove anche per Microsoft (MSFT), Apple (AAPL) e Intel (INTC). In rally Cognizant Technology (CTSH) grazie alla trimestrale e all’outlook migliori delle attese; in forte progresso anche la societa’ software McAfee (MFE).

Dal primo febbraio ad oggi le societa’ hanno annunciato programmi di buyback per un valore complessivo di $44.7 miliardi, 30% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; negli ultimi tre anni sono state proprio le societa’ high-tech ad operare il maggior numero di operazioni di questo tipo, per contrastatre l’effetto delle stock options esercitate dai dipendenti.

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Fatta eccezione per i due settori citati sopra, il resto del mercato ha continuato a soffrire a causa delle cattive condizioni in cui versa l’economia Usa. L’incremento della disoccupazione, il rallentamento delle vendite, il calo dell’attivita’ manifatturiera e dei servizi non lasciano intendere uno scenario incoraggiante.

A confermare cio’ sono le parole del presidente della Fed del distretto di San Francisco, Janet Yellen, secondo cui quest’anno una recessione potrebbe essere inevitabile. Il rallentamento della crescita e’ ormai evidente, e la Banca Centrale ha gia’ operato diversi tagli ai tassi d’interesse da meta’ settembre ad oggi (compreso uno da 75 punti base a mercati aperti), portando il costo del denaro dal 5.25% al 3%.

Le preoccupazioni circa la stabilita’ delle societa’ assicuratrici delle emissioni obbligazionarie rappresentano un altro elemento responsabile della forte incertezza sui mercati. XL Capital Assurance, una divisione di Security Capital Assurance, ha visto tagliarsi il rating sul credito da parte dell’agenzia di rating Moody’s; il colosso MBIA ha offerto $1 miliardo in azioni (a sconto rispetto al prezzo di chiusura) per poter incrementare il capitale.

Citigroup (C), Goldman Sachs (GS), JP Morgan (JPM) e Bank of America (BAC) hanno tutte chiuse in rosso a causa delle voci su un’estensione delle svalutazioni legate al business dei mutui. “Ci saranno ulteriori perdite, nuovi problemi. Non e’ facile navigare in un mercato di questo tipo. Dall’inizio del 2007 le maggiori banche d’affari hanno riportato svalutazioni per $146 miliardi a causa del collasso dei mutui subprime. La crisi non e’ ancora terminata” ha affermato Quincy Krosby, chief investment strategist di Hartford.

Sugli altri mercati, balzo del petrolio. Supportati dalle speculazioni su un possibile taglio dell’output da parte dell’OPEC, i futures con consegna marzo sono schizzati di $3.66 a $91.77 al barile. Sul valutario, in lieve recupero l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.45. In buon progresso l’oro. I futures con consegna aprile sul metallo prezioso hanno chiuso in rialzo di $12.30 a $922.30 all’oncia. Bene infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.6540% dal 3.7360% di giovedi’.

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