A circa due ore dalla chiusura i listini si sono girati all’improvviso portandosi in territorio negativo e bruciando i buoni guadagni realizzati nella prima parte della giornata. Il Dow Jones cede lo 0.72% a 12865, l’S&P500 lo 0.77% a 1422, il Nasdaq arretra dell’1.23% a 2564.
A far tornare in rosso gli indici della borsa di New York sono state ancora una volta le paure derivanti dal comparto del credito. Il colosso dei mutui ipotecari Freddie Mac (FRE) arretra di circa -30% dopo aver riportato una perdita trimestrale kolossal di $2 miliardi (o $3.29 per azione). Il titolo non ha mai perso tanto da quando la societa’ e’ quotata. La notizia ha trascinato al ribasso anche la societa’ “sorella” Fannie Mae (FNM), al momento in calo del 25%. Forti vendite anche sulla finanziaria leader dei mutui immobiliari Countrywide Financial: l’azione arretra di oltre il 15%. Sul titolo circolano ogni sorta di Rumors ma la societa’ al momento ha smentito tutte le voci.
Pressioni ribassiste sono giunte anche dai dettagli sull’incontro del Fomc (il Federal Open market Committee della Fed) svoltosi lo scorso 31 ottobre in cui fu deciso di abbassare il costo del denaro al 4.50%. Per i governatori della banca centrale americana l’economia nei prossimi anni crescera’ ad un tasso inferiore a quello stimato in precedenza. Le stime per il 2008 sono per un avanzamento dell’attivita’ produttiva compreso in un range di 1.8%-2.5%.
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Con i titoli finanziari sotto continua pressione (previste nuove svalutazioni per le principali banche d’affari Usa) gli investitori sperano che nel prossimo mese la Fed proseguira’ una politica monetaria di tipo accomodante per permettere all’economia di assorbire meglio gli effetti terribili del “credit crunch”. I futures sui fed funds scontano oggi una probabilita’ dell’84% che nel meeting dell’11 dicembre si possa assistere ad un taglio del costo del denaro al 4.25% (al momento e’ al 4.50%).
Sugli altri mercati, il greggio e’ tornato a guadagnare terreno: i futures con consegna dicembre guadagnano $2.96 a $97.60 (+3.13%), dopo aver sorpassato anche quota $98. Sul valutario, l’euro ha battuto un nuovo record storico per via della continua debolezza del dollaro, e adesso il cambio delle due valute e’ a quota 1.4813. L’oro avanza di $13.40 a $791.40 all’oncia. In forte rialzo i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.05%.
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