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WALL ST. TIRA IL FIATO, DOLLARO TENTA IL RISCATTO

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Avvio di seduta in lieve calo per i principali indici borsistici americani tra volumi sottili, con il dollaro che tenta il riscatto recuperando pero’ solo una piccola parte delle perdite accusate la seduta precedente.

A favorire una partenza ben intonata per la valuta americana contribuisce il calo della sterlina britannica, messa sotto pressione dai commenti degli analisti di Fitch, secondo cui tra le maggiori economie del mondo la Gran Bretagna e’ la prima canditata a perdere il rating sul credito di tripla A.

Il mercato si prende dunque una pausa dopo aver spinto il Dow Jones in progresso di 200 punti per la seconda volta in tre giorni, consentendo al paniere delle blue chip di raggiungere i masssimi di 13 mesi. Ad innescare una corsa agli acquisti e’ stata in particolare la debolezza del dollaro, un movimento che trova le sue radici nei tassi di interesse fermi ai minimi storici.

I pesanti cali del dollaro hanno sinora permesso a molti investitori di tralasciare alcuni dei problemi ancora visibili dell’economia, primo fra tutti lo stato di salute precario del mercato del lavoro. Secondo un sondaggio condotto da Reuters, nel corso del quale sono stati interpellati 50 economisti, negli Stati Uniti il tasso di disoccupazione, che ora si trova al 10.2%, e’ destinato a raggiungere il 10.5% entro la meta’ del 2010.

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Se si esclude qualche risultato societario contrastante, quest’oggi gi operatori non hanno dovuto digerire molte notizie, in una giornata caratterizzata da un calendario macroeconomico privo di eventi di rilievo alla vigilia del Veterans Day.

Il focus del mercato si spostera’ su una serie di interventi degli esponenti della Federal Reserve e sull’esito dell’asta del Tesoro di titoli a 10 anni per un valore complessivo di $25 miliardi. I risultati, che saranno annunciati alle 19 italiane, saranno utili per avere una misura dell’appetito del mercato per il titolo di Stato di riferimento dell’obbligazionario.

Sul fronte bancario, il gruppo HSBC Holdings ha registrato il primo calo in oltre tre anni delle svalutazioni provenienti dal portafoglio finanziario dei clienti Usa, con il gigante britannico che ha inoltre reso noto che il profitto pre-tasse e’ aumentato “in maniera significativa” nel terzo trimestre. Notizie meno buone per la concorrente Barclays, che ha chiuso il periodo con una flessione degli utili del 54%, dopo che l’anno scorso aveva tratto beneficio dall’acquisto delle operazioni nordamericane di Lehman Brothers.

Ieri a mercati chiusi la celebre azienda di videogiochi Electronic Arts ha reso noto di aver archiviato il trimestre con una perdita piu’ pesante del previsto, annunciando tra le misure di risparmio dei costi, la riduzione di 1.500 posti di lavoro, che rappresentano circa il 17% della sua forza lavoro complessiva. MBIA da parte sua ha chiuso il trimestre con un rosso pari a $727.8 milioni.

Sotto i riflettori anche Oracle e Sun Microsystems, dopo che il Dipartimento di Giustizia Usa ha annunciato di non trovarsi sulla stessa lunghezza d’onda dell’Unione Europea, che qualche tempo fa ha avanzato un’obiezione contro l’offerta lanciata da Oracle sulla produttrice del software Java.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico guadagna terreno il greggio. Al momento i futures con consegna dicembre guadagnano $0.13 a quota $79.56 al barile. Sul valutario tenta di riscattarsi il dollaro, con l’euro che arretra nei confronti del biglietto verde a $1.4980 dopo aver conquistato quota $1.50. Rallentano il passo, anche solo marginalmente, i prezzi dell’oro: i futures con scadenza dicembre scambiano in flessione di $0.10 a quota $1101.30 l’oncia. In progresso i prezzi dei Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 3.4500% dal 3.4860% di ieri.

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