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WALL ST: SELL E CALO -7% (INTRADAY) PER IL NASDAQ

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All’indomani del potente rally che ha risollevato i listini azionari dai minimi di cinque anni e mezzo a Wall Street sono tornate a prevalere le vendite. Il piano d’investimento nelle banche americane annunciato dal governo statunitense non ha particolarmente esaltato gli investitori, che restano preoccupati sullo stato generale dell’economia. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.82% a 9310, l’S&P500 lo 0.54% a 997, il Nasdaq e’ arretrato – 3.54% a 1779. L’indice tecnologico, in avvio in progresso di oltre il 3.5%, ha riportato maggiori perdite appesantito dalle brutte performance di colossi come Microsoft, Intel, Apple e Google.

“Con la recessione in atto, sono ancora forti i timori sull’andamento di alcuni settori, come quello hi-tech ad esempio, che non beneficiano dell’intervento diretto del governo, come quanto avvenuto invece per il comparto bancario” ha affermato un analista di Action Economics. I giganti tecnologici hanno riportato pesanti vendite cedendo i guadagni realizzati nella sessione precedente.

Intel, la societa’ leader nell’industria dei semiconduttori, ha lasciato sul terreno il 6.24% in vista della trimestrale che sara’ rilasciata subito dopo la chiusura delle borse. Giu’ pesanti anche Microsoft e Apple, quest’ultimo dopo aver presentato al pubblico la nuova linea di computer portatili MacBook. Rumors e commenti negativi hanno rovinato anche la performance giornaliera del colosso Internet Google, in ribasso di quasi il 5%

Ad arginare le perdite dell’indice industriale sono stati i forti rialzi dei componenti finanziari, tra cui Bank of America e Citigroup, che rientrano nella lista dei 9 maggiori gruppi bancari statunitensi (con Goldman Sachs, JP Morgan Chase, Morgan Stanley, Wells Fargo, Bank of New York Mellon e State Street Corp.) a beneficiare dell’investimento da $250 miliardi da parte del governo americano.

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Sia il segretario al Tesoro Paulson che il presidente della Fed Bernanke sono intervenuti in mattinata per illustrare alcuni dettagli del piano di salvataggio varato nelle scorse settimane; anche il presidente George W. Bush e’ intervenuto in diretta televisiva (e’ la dodicesima volta in 2 settimane) per rassicurare gli americani sulle condizioni del sistema finanziario a stelle e strisce, dicendosi fiducioso sulla possibilita’ di “riportare l’economia sulla strada della prosperita’”.

Le ultime mosse dei governi mondiali a sostegno del settore finanziario sembrano dunque aver riportato solo temporaneamente la fiducia tra gli investitori. Molti analisti ritengono che quello registrato in avvio di settimana sia stato solo un rally da mercato orso, escludendo una forte ripresa dell’azionario nel breve periodo. “Il recente ritracciamento dei tassi interbancari sembra dover dare un po’ di fiato al sistema, spero non si tratti pero’ solo di una breve parentesi” ha dichiarato Kevin Giddis, managing director di Morgan Keegan & Co.

Tra le altre news societarie, notizie poco incoraggianti sono giunte dal gigante delle bibite PepsiCo che ha riportato un calo dei profitti nell’ultimo trimestre ed annunciato un taglio di 3300 posti di lavoro. A risentire del fatto e’ stata anche la rivale Coca-Cola, arretrata -7.43%. Nel settore dell’auto, Daimler ha anticipato una riduzione della forza lavoro nella divisione autocarri (circa 3500 posti), mentre Johnson Controls (ricambi) ha lanciato un profit warning per il prossimo anno fiscale.

Sugli altri mercati, in ribasso il petrolio: i futures con consegna novembre hanno ceduto $2.56 a $78.63 al barile. Sul valutario, in progresso l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.3634. Vendite sull’oro. I futures con consegna dicembre sul metallo prezioso hanno ceduto $3.00 a $839.50 l’oncia. In ribasso infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.023%.

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