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WALL ST: SEDUTA DEBOLE MA MESE DA INCORNICIARE

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Gli indici americani hanno archiviato contrastati una sessione caratterizzata da un’elevata volatilita’. Il Dow Jones e’ arretrato dello 0.76% a 10805, l’S&P500 dello 0.64% a 1249, il Nasdaq ha chiuso con un rialzo dello 0.01% a 2232. Il boom del Pil Usa non ha funto da catalizzatore sui listini e la reazione al Beige Book della Fed e’ stata piuttosto contenuta.

La seconda lettura del Prodotto Interno Lordo (dato rivisto) ha confermato una crescita dell’economia Usa del 4.3%, dalla precedente stima, effettuata un mese fa, di +3.8%. Il consensus del mercato era per una crescita piu’ contenuta pari al 4.0%. A contribuire all’aumento dell’indicatore sono stati principalmente la componente della spesa per i beni non durevoli e l’aumento degli investimenti nel settore immobiliare.

Buone notizie sono anche giunte dal dato relativo al Chicago PMI. Il dato e’ sceso a quota 61.7 dai precedenti 62.9 punti registrati ad ottobre, ma si e’ rivelato mogliore delle attese degli economisti che avevano pronosticato un calo a 60 punti. Ricordiamo che un valore superiore ai 50 punti indica un’espansione dell’attivita’ manifatturiera.

Non ha sortito alcun effetto rilevante neanche il rilascio del Beige Book, il consueto rapporto bimestrale sullo stato di salute dell’economia americana a livello regionale. La Federa Reserve ha comunicato che l’attivita’ economica del Paese e’ in espansione, anche se con un passo differente nei vari distretti. Dal punto di vista inflazionistico, le pressioni di un aumento dei prezzi sono state “modeste”, ma si e’ intensificato l’impatto sui risultati aziendali come conseguenza dell’incremento dei prezzi energetici.

A tal proposito, il petrolio ha riconquistato in giornata il livello dei $57 a fronte di un calo (il primo dopo diverse settimane) delle scorte. Il contratto futures con scadenza gennaio e’ avanzato di 87 centesimi per chiudere a quota $57.36 al barile.

Indipendentemente dalla debole chiusura giornaliera, il mese di novembre e’ stato eccezionale per l’azionario: il Dow Jones ha messo a segno un +4.5%, l’S&P500 e’ avanzato del 4.4%, mentre il tecnologico Nasdaq ha registrato un progresso del 5.5%. I commenti piu’ diffusi degli analisti non sembrano identificare il recente ritracciamento dei listini come un segnale d’allarme, bensi’ come forma di prese di beneficio in una situazione di ipercomprato di breve periodo.

Sul fronte societario, in evidenza il calo della casa automobilistica General Motors, oggi scesa di oltre il 4% risultando la peggiore componente del Dow Jones. Gli unici titoli dell’indice industriale in grado di terminare la seduta in positivo sono stati Caterpillar, 3M Company e Microsoft.

In generale, l’intero comparto dell’auto e’ risultato sotto pressione: domani verranno comunicati i dati sulle relative vendite mensili e le previsioni degli analisti sono per un ulteriore calo. Sostenuta la perdita di Ford Motor, dopo che il gruppo ha annunciato una serie di iniziative di ristrutturazione che potrebbero portare alla riduzione del 7% sulla produzione dei veicoli di lusso Jaguar.

Sotto i riflettori anche il titolo Internet, Yahoo!, danneggiato dal downgrade della banca d’affari UBS, a causa di incognite sulle strategie adottate dal gruppo e di considerazioni sulla valutazione del titolo. Dopom aver trattato in rosso quasi per l’intera sessione, YHOO e’ riuscito a recuperare terreno nel finale e chiudere in leggero rialzo.

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Sugli altri mercati, l’euro ha lievemente guadagnato sul dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.1789. L’oro ha ritracciato riportandosi sotto l’importante livello dei $500. Il futures con scadenza febbraio e’ arretrato di $4.80 a quota $498.70 all’oncia. In ribasso, infine, i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.50% dal 4.48% di martedi’.

BORSA: NY INCERTA,BALZO PIL ALIMENTA TIMORI STRETTA FED

TENGONO GOOGLE E YAHOO, MALE TIFFANY

30 Novembre 2005 23:15 NEW YORK (ANSA) – Seduta contrastata per WallStreet con gli indici in altalena tra rialzi frazionali eribassi in attesa del Beige Book della Federal Reserve per laconsueta fotografia sullo stato di salute dell’economia Usa: ilDow Jones cede lo 0,76% (a 10.805,87 punti), il Nasdaq èinvariato (a quota 2.232,82), mentre lo Standard & Poor’s 500scende a 1.249,48 punti (-0,64%). La revisione al rialzo del Pil nel terzo trimestre harafforzato le aspettative di ulteriori aumenti del costo deldenaro da parte della Fed condizionando la seduta di Borsa. Inbase alla seconda stima, infatti, il prodotto nazionale lordo ècresciuto del 4,3% (oltre le previsioni del 4%), segnando ilritmo più sostenuto dal primo trimestre 2004.

I consumi, cheincidono per il 70% sull’economia Usa, sono cresciuti del 4,2%dal 3,4% del trimestre precedente. Migliore del previsto l’indice Pmi di Chicago, tradizionaletermometro dell’ attività manifatturiera Usa: a novembre segnaun calo più contenuto rispetto alle attese attestandosi a 61,7contro 62,9 di ottobre. A poco meno di due ore dalla chiusura degli scambi, il BeigeBook segnala che l’economia statunitense si conferma inespansione e l’inflazione è stabile o ha un ‘modesto’ aumentoda metà dello scorso ottobre alla metà di novembre. Segnalipiù preoccupanti emergono dal caro-energia che potrebbe premeresui prezzi alla produzione, colpendo soprattutto l’industria.

Il mercato vede insomma allontanarsi l’ipotesi di una pausanel ciclo rialzista avviato a giugno 2004 dalla banca centraleamericana che, alla luce degli altri recenti dati macro positivie del rallentamento dei prezzi petroliferi, sembra avere manolibera nel processo di aumento graduale dei tassi di interesse. Quanto ai singoli titoli, è da segnalare la tenuta di Google(+0,34% a 404,91 dollari) dopo scivolone della vigilia (-4,7%).

I titoli del motore di ricerca più usato al mondo scendono fin sotto la soglia dei 400 dollari per azione scontando ancore le valutazioni di Merrill Lynch che, pur confermando il giudizio’neutral’, vede un aumento dei rischi per la futura performancedel titolo. Tiene Yahoo (+0,10% a 40,23 dollari) dopo ildowngrade da parte di Ubs: il titolo ha perso inizialmente oltreil 2% per poi recuperare a 40,23 dollari (+0,10%). Va male Tiffany (-3,42% a 40,70 dollari) che paga ricaviinferiori alle stime nel terzo trimestre.

Tonfo di Research in Motion (5,84% a 61,13 dollari) dopo cheun giudice federale ha annullato l’accordo, del controvalore di450 milioni di dollari, raggiunto a marzo dalla societàcanadese e dalla Ntp, compagnia tecnologica con sede adArlington (Virgina), per chiudere una spinosa disputa sullatecnologia alla base del BlackBerry, il palmare che è computere cellulare. In questo modo, aumentano le possibilità che lacompagnia canadese possa essere costretta a sospendere ilservizio, che conta su una base di 3,65 milioni di clienti. Più in generale, lo scenario rialzista sui tassi -previsione della riunione del board di politica monetaria dellaFed (Fomc) del 13 dicembre – tiene sotto pressione il compartobancario: Bank of America perde lo 0,84% (a 45,89 dollari),Citigroup l’1,1% (a 48,55 dollari).