La seduta di borsa di Wall Street si e’ chiusa con gli indici contrastati. Buone le notizie sui dati economici, meno bene gli sviluppi nel comparto energetico. Il Dow Jones ha ceduto lo 0.11% a 10674, l’S&P500 e’ avanzato dello 0.18% a 1231, il Nasdaq ha chiuso con un rialzo frazionale dello 0.05% a 2187.
Dai dati in calendario e’ emerso che l’inflazione “core” continua a rimanere sotto controllo. Nel mese di ottobre, l’indice dei prezzi al consumo(CPI) ha registrato un incremento dello 0.2%. Escluse le componenti piu’ volatili, quali cibo ed energia, il dato (“core” CPI) e’ salito della stessa misura (+0.2%), rispettando le stime degli analisti. Nel mese precedente l’indicatore era avanzato dello 0.1%.
Dal report non sono emersi forti segnali che potrebbero favorire una chiusura del ciclo rialzista sui tassi d’interesse da parte della Fed prima del previsto, ma neanche fattori allarmanti che potrebbero portare a maggiori strette creditize.
Il Dipartimento del Commercio ha poi comunicato che nel mese di settembre le scorte di magazzino sono cresciute dello 0.5%, attestandosi ad un livello superiore a quello degli analisti che era per un rialzo dello 0.3%
Osservato speciale della seduta e’ stato anche il petrolio, riportatosi sopra i $58 in seguito al deludente dato sulle scorte. L’EIA (Energy Information Administration) ha comunicato che nella settimana conclusasi l’11 novembre, le scorte di greggio sono scese di 2.16 milioni di barili (contro le attese di un incremento di 2 milioni di unita’). Sono risultate in calo anche le scorte di benzina, mentre sono cresciute piu’ del previsto (per la prima volta dopo otto settimane) le riserve di prodotti distillati.
I dati sono stati sufficienti ad innescare un ritorno agli acquisti sul comparto energetico, favorito anche dalle previsioni di un incremento della domanda globale per il 2006 da parte dell’OPEC. Il contratto futures con scadenza dicembre ha archiviato la sessione in progresso di 90 centesimi a quota $57.88 al barile, ai massimi di una settimana.
Sul fronte societario, alcune preoccupazioni erano arrivate gia’ in mattinata da Tyco. La conglomerata industriale ha riportato risultati finanziari superiori alle stime degli analisti ma ha offerto un povero outlook per il prossimo trimestre. Dopo essere sceso di oltre il 3% nel preborsa, il titolo ha invertito al rialzo sulla notizia che la societa’ adottera’ “misure aggiuntive” (quali piani di buy-back), se le azioni continueranno a rimanere sottovalutate. TYC ha chiuso la seduta in rialzo del 4.20%.
A pesare maggiormente sul Dow Jones sono state General Motors ed American Express. Il colosso dell’auto e’ scivolato ai minimi di 18 anni, arrivando a perdere oltre il 7%, sui timori di un possibile sciopero dei lavoratori di Delphi, sua principale fornitrice di ricambi.
Per quanto riguarda il colosso delle carte di credito, invece, il sell-off sul titolo e’ legato all’annuncio da parte della societa’, che non sara’ in grado di rispettare le stime sugli utili del prossimo trimestre. Il titolo e’ riuscito a recuperare parzialmente nel finale chiudendo con -1.65%.
Tra gli altri titoli del Dow Jones, i maggiori rialzi sono stati realizzati da Caterpillar, IBM ed Exxon Mobil. A segnare i maggiori ribassi, oltre alle gia’ citate GM e AXP, sono Pfizer, McDonald’s e 3M Company.
In ambito di mergers & acquisitions, Nokia, il colosso finlandese dei cellulari ha confermato l’acquisizioni di Intellisync. L’affare si aggira intorno ai $430 milioni.
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Sugli altri mercati, l’euro e’ in ribasso nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di mercoledi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.1670. In rally l’oro. Il futures con scadenza dicembre ha chiuso in progresso di $10.10 a quota $479.10 all’oncia, appena sotto I massimi intraday di $479.40, miglior livello dalla meta’ di agosto. In netto rialzo, infine, anche i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 4.48%, dal 4.56% di martedi’.