Gli indici americani hanno archiviato la seduta contrastati: in rialzo dello 0.20% il Dow Jones a 10980, in calo il Nasdaq, arretrato dello 0.77% a 2268, colpito dalle deludenti notizie di Texas Instruments; l’S&P500 ha chiuso la seduta in ribasso dello 0.19% a 1275. A mettere pressione ai mercati sono state le prospettive di futuri rialzi ai tassi d’interesse da parte della Fed.
Nonostante una distensione, seppur contenuta, del clima sul comparto energetico, il sentiment sui mercati continua a rimanere sotto tono. Le ultime notizie giunte dal comparto dei semiconduttori, con gli aggiornamenti offerti da Intel e Texas Instruments, hanno alzato maggiori dubbi sulla crescita dei profitti aziendali.
Nell’after hour di lunedi’, il colosso dei chip applicati nei telefoni cellulari, ha rivisto leggermente al rialzo le stime sul trimestre in corso, non nella misura attesa dalla maggior parte degli operatori pero’, che speravano in numeri piu’ esaltanti. Il titolo e’ arrivato a perdere piu’ del 4%, trascinando al ribasso l’intero comparto hi-tech.
La possibile continuazione del ciclo rialzista sul costo del denaro, operato dalla Banca Centrale Usa poi, intensifica i timori di un possibile rallentamento economico. Il dato macro comunicato in giornata ha maggiormente rafforzato tale ipotesi.
Nel quarto trimestre la produttivita’ degli Stati Uniti ha registrato un calo dello 0.5%, in lieve rialzo rispetto alla stime preliminare dello 0.6%, contro le attese di una flessione dello 0.1%. La componente relativa al costo unitario del lavoro, una componente chiave sulle pressioni inflazionistiche, ha pero’ registrato il maggiore incremento dell’ultimo anno, pari a +3.3%.
Ancora sotto pressione il comparto energetico. La maggior parte degli analisti ritiene che nel meeting che si svolgera’ mercoledi’, l’OPEC lascera’ invariato il livello di output da immettere sul mercato. Atteso anche un aumento del dato sulle scorte di petrolio. Di conseguenza, i contratti futures con scadenza aprile sono arretrati di 83 centesimi a quota $61.58 al barile, minimo di una settimana. A contribuire alle vendite sul comparto e’ stata anche la disponibilita’ da parte dell’Iran sulla sospensione del programma relativo all’arricchimento dell’uranio su larga scala per un periodo di due anni.
Tornando al comparto societario, il miglior rialzo tra i titoli del Dow Jones e’ stato realizzato da General Motors, grazie agli ultimi sforzi effettuti dal colosso dell’auto nel tentativo di contenere i costi relativi alle spese sanitarie e pensionistiche dei prorpi lavoratori. Il titolo e’ avanzato di oltre due punti percentuali. In buon progresso anche Procter & Gamble ed Honeywell. A registrare i maggiori ribassi sono stati invece Alcoa, AT&T, Intel e Verizon.
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Sugli altri mercati, in calo l’oro, in seguito alla disponibilita’ mostrata dall’Iran sull’abbandono momentaneo del programma relativo all’arricchimento dell’uranio su larga scala. I contratti futures con scadenza aprile sono arretrati di $2.30 a quota $554.50 all’oncia. Sul valutario, in netto calo l’euro nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di martedi’ a New York, il cambio tra le due valute e’ a quota 1.1882. Invariati, infine, i titoli di Stato, dopo essersi spinti a nuovi massimi (4.79%) in fase di apertura. Il rendimento sul Treasury a 10 anni si e’ attestato al 4.73%.