Gli indici americani hanno archiviato la seduta di borsa contrastati. Il Dow Jones e l’S&P500 hanno chiuso pressoche’ invariati rispettivamente a 10.419 e 1.215, il Nasdaq e’ avanzato dello 0.29% a 2.116. Dopo un avvio debole, i listini hanno recuperato terreno grazie al marcato calo del petrolio, oggi sotto pressione sulle notizie dell’indebolimento dell’uragano Rita.
Gli operatori hanno preferito non sbilanciarsi in vista del weekend, per non esporsi ad eventuali improvvisi cambiamenti di direzione dell’uragano, come gia’ accaduto con il Katrina.
Nell’ultimo aggiornamento, il Centro Nazionale sugli Uragani (National Hurricane Center), ha confermato che Rita presenta le caratteristiche di un uragano di terza categoria, con venti che soffiano a 120 miglia orarie (circa 180 Km/h). Il centro dell’uragano dovrebbe colpire la costa della Louisiana e del Texas, aree in cui sono presenti numerosi impianti di lavorazione del greggio, nelle prime ore dell’alba. Le previsioni indicano, tuttavia, che per quel momento la potenza di Rita dovrebbe affievolirsi ulteriormente.
La notizia ha originato un selloff sul mercato energetico, con il petrolio arretrato per la seconda sessione consecutiva. Il contratto future con consegna novembre ha ceduto $2.31 (3.5%) a quota $64.19 al barile. La performance settimanale resta comunque positiva: ricordiamo, infatti, che nella giornata di mercoledi’ il petrolio si era spinto fino a $68. A soffrirne maggiormente sono stati i mercati azionari, la cui prova dell’ultima settimana e’ la peggiore degli ultimi tre mesi.
In assenza di dati economici, gli investitori hanno potuto valutare piu’ dettagliatamente gli sviluppi societari. La societa’ dell’alluminio Alcoa, componente del Dow Jones, e’ stata colpita da un’ondata di vendite in seguito alla comunicazione di un profit warning. L’azienda ha indicato il basso prezzo dell’alluminio e l’elevato costo delle materie prime come le cause principali che influenzeranno negativamente i risultati finanziari del prossimo trimestre.
In netto calo anche il colosso software Oracle, sceso di oltre l’8%. Nell’after hours di giovedi’, l’azienda ha riportato risultati in linea con le attese degli analisti, ma ha offerto un outlook povero sui ricavi dei prossimi trimestri sulle paure di una stagnazione delle vendite.
Elevato anche il calo di Palm (-18%). La societa’ produttrice di computer palmari ha comunicato deludenti previsioni sui prossimi trimestri a causa di un calo delle vendite e dell’inasprimento della concorrenza.
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Tra le blue chip, hanno registrato i maggiori rialzi Honeywell, United Tech e Caterpillar. Sono risultate le peggiori, oltre alla gia’ citata Alcoa, McDonald’s, Pfizer ed Exxon Mobil.
Sugli altri mercati, l’euro ha esteso le perdite nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ a New York il cambio tra le due valute e’ $1.2045. In ribasso l’oro. Il future con scadenza dicembre e’ arretrato di $3.10 a quota $467.20 all’oncia. In netto ribasso, infine, anche i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.25% dal 4.18% di giovedi’.