I listini azionari si avvicinano al traguardo di meta’ seduta in netto calo (controlla la performance in tempo reale), colpiti dalle vendite massicce dei titoli finanziari e dalle prese di profitto dopo un rally di sei settimane. I timori legati al settore finanziario hanno oscurato l’annuncio dell’acquisto da parte di Oracle della casa di software Sun Microsystems (+36%) per $7,4 miliardi e quello di PepsiCo (quasi -4%), che conta di rilevare le quote restanti delle sue due principali societa’ di imbottigliamento offrendo $6 miliardi.
Le notizie giungono all’inizio di una settimana che sara’ ricca di risultati trimestrali, con il mercato che cerchera’ di ottenere segnali per poter estendere un rally dai minimi di 12 anni toccati a marzo.
La serie positiva che dura da sei settimane e’ stata alimentata dai primi segnali di stabilizzazione dell’economia, ma dopo un balzo del 24% del Dow Jones, alcuni operatori si chiedono se il mercato non sia salito troppo in fretta.
Secondo alcuni trader gli investitori stanno guardando con sempre piu’ scetticismo ai conti degli istituti finanziari, preoccupati che i risultati superiori alle attese i risultati in realta’ mascherino i problemi che ancora attraversa il settore. “Gli operatori stanno guardando ai numeri delle banche e si rendono conto che non sono eccezionali”, dice Joe Saluzzi, co-head delle attivita’ di trading sull’azionario di Themis Trading LLC.
Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Costa meno di 1 euro al giorno. Clicca sul
link INSIDER
I crescenti timori sulla stabilita’ del settore finanziario si fanno sentire sul settore che si distingue in negativo. American International Group cede circa il 13%, nel giorno in cui la societa’ di assicurazioni ha raggiunto un accordo con il Tesoro Usa per uno swap di titoli privilegiati, che dovrebbe permettere alla compagnia di avere accesso a quasi $30 miliardi di fondi in ritorno. In pesante calo anche Bank of America (-16%), il cui utile netto e’ piu’ che triplicato nel primo trimestre, superando i $4 miliardi, piu’ di quanto registrato nell’intero 2008, grazie a ingenti aiuti governativi. Colpita dalla lettera Citigroup (-16%), dopo l’allarme sulle perdite creditizie lanciato da Goldman Sachs.