Quando manca meno di un’ora alla chiusura delle contrattazioni i listini americani continuano a trattare in forte ribasso. Il Dow Jones cede il 2.36% e sembra essere diretto verso la soglia dei 10.000 punti, il Nasdaq cede il 2.68%, l’S&P500 arretra -2.81%.
A preoccupare gli investitori sono i timori relativi al debito sovrano di alcuni Paesi europei e la difficile situazione del mercato del lavoro statunitense dopo che le nuove richieste di sussidio sono salite a sorpresa nell’ultima settimana. Domani mattina, prima dell’apertura delle borse, sara’ comunicato il rapporto occupazionale di gennaio per cui gli economisti stimano una crescita di 15 mila posti di lavoro.
Le tensioni in arrivo dall’europa, dove per altro Bce e BoE hanno mantenuto invariato il costo del denaro rispettivamente allo 0.5 e 1%, non avevano aiutato gia’ prima dell’avvio delle contrattazioni. Grecia, Portogallo e Spagna preoccupano sulla loro salute finanziaria tanto che i Cds (tutti in forte aumento nel vecchio continente), hanno toccato livelli record per proteggersi da un eventuale default del Portogallo.
Poi dati macro deludenti hanno gettato nello sconforto gli investitori. Preoccupa soprattutto il numero di disoccupati. I sussidi di disoccupazione sono cresciuti a sorpesa toccando i massimi di meta’ dicembre. Sotto le stime anche la produttivita’ nell’ultimo trimestre del 2009.
Alla luce di questi fattori, crescono i prezzi dei titoli di stato Usa con un ribasso sui rendimenti, che scivolano ai minimi di un mese. Dollaro ai massimi da sette mesi contro le principali valute (1.3743 contro l’euro). Il rialzo del biglietto verde mette sotto pressione l’oro, che cede in una sola seduta quasi $50. Pesante anche il greggio, scivolato di $4 a $72.93.