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WALL ST. PEGGIORA, NUOVE VENDITE SUI FINANZIARI

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Gli indici americani continuano a muoversi in territorio nettamente negativo a meta’ giornata. Gli ultimi piani di colossali buyback annunciati da alcune grosse aziende Usa (vedi sotto: per un totale di $58 miliardi, di $40 miliardi da Microsoft) non sono riusciti a frenare le vendite al Nyse. Gli operatori restano molto cauti, con una certa inclinazione al pessimismo sul piano di emergenza anti-crisi annunciato dall’amministrazione Bush.

“Il piano di salvataggio del sistema finanzario, che potrebbe alla fine costare a Washington circa $1.8 trilioni – ha detto alla rete Tv Cnbc Usa Mohamed El-Erian, co-CEO del leader dei bond Pimco – puo’ aumentare i rischi di stagflazione e probabilmente causera’ problemi hedge funds e alle piccole banche regionali”. Regions Financial, la piu’ grossa banca dell’Alabama, ha registrato un tonfo del 19%, mentre Marshall & Ilsley, la n.1 dello stato del Wisconsin, arretra -24% sui commenti negativi di alcuni analisti che hanno consigliato di vendere i titoli. Il BIX (S&P Banking Index) ha ceduto interamente i guadagni realizzati lo scorso venerdi’, arretrando di oltre il 10%. L’indice della volatilita’ (VIX) continua a trattare a livelli elevati, al di sopra della soglia dei 30 punti, a conferma della forte incertezza tra gli investitori.

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Lo scenario finanziario a Wall Street continua a subire drastici cambiamenti. Dopo il fallimento di Lehman Brothers, l’uscita di scena di Merrill Lynch assorbita da Bank of America, la nazionalizzazione dei colossi dei mutui e del gigante assicurativo AIG, ecco che Goldman Sachs e Morgan Stanley abbandonano lo stato d’indipendenza di banche d’affari per divenire banche commerciali a tutti gli effetti. A meta’ giornata il titolo Morgan avanza +10.18%, spinto dalla notizia secondo cui Mitsubishi UFJ intende acquistare il 20% degli asset dell’azienda. Goldman Sachs e’ poco variato, in progresso dello 0.50%.

Nuovi problemi sembrano affliggere il gruppo Ambac Financial. Il downgrade del rating incassato lo scorso venerdi’ da parte dell’agenzia Moody’s potrebbe ostacolare il normale svolgimento delle operazioni del gruppo. Il management ha posticipato il lancio del nuovo business assicurativo e cancellato l’annunciato piano di buyback per $50 milioni. L’azione, in netto ribasso prima dell’apertura, ha pero’ girato in positivo ed al momento segna un progresso pari a +3.10%. Tra gli altri titoli finanziari in ribasso: Barclay’s (BCS -10.74%), UBS (UBS -8.58%), Bank of America (BAC -6.06%).

La banca d’affari Lehman ha raggiunto un accordo con Nomura per la vendita delle operazioni asiatiche ad un prezzo di $225 miliardi, Barclay’s aveva rilevato la divisione statunitense gia’ nei giorni scorsi.

Tra i titoli hi-tech, in evidenza il colosso informatico Microsoft. La societa’ di Bill Gates ha annunciato un’estensione del piano di buyback per $40 miliardi ed incrementato del 18% il dividendo. Il titolo guadagna il 3% circa. Non riesce ad avanzare Hewlett-Packard nonostante l’annuncio di un suo piano di buyback per $8 miliardi. Stesso dicasi per Nike, anch’esso sotto I riflettori per aver annunciate un piano di riacquisto di azioni proprie per $5 miliardi.

Da segnalare che, seguendo il modello della borsa in Pakistan, la Sec (l’organo di controllo della borsa Usa) ha allungato la lista
delle aziende per cui e’ vietata l’operazione di ‘short selling’ con una trentina di nomi nuovi oltre ai 799 precedenti, tra cui alcune blue chips eccellenti come General Electric e General Motors. Infatti per assurdo il capitalismo americano e’ cosi’ stravolto che GM e’ ormai una societa’ finanziaria (per il leasing) con un ramo secondario che fa automobili (in perdita), mentre GE e’ un colosso finanziario con una conglomerata industriale come side-show.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, estende i guadagni il petrolio. Al momento i futures con consegna ottobre, oggi all’ultimo giorno di scambi, segnano un progresso di $4.71 a $109.26 al barile. Sul valutario, l’euro e’ in rialzo rispetto al dollaro a quota 1.4696. In recupero l’oro a $902.70 l’oncia (+$38.00). Scendono i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8790%.

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