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WALL ST: NYSE SOSPESO, VOLUMI RIDOTTI AL NASDAQ

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In un’atmosfera decisamente surreale caratterizzata da ordini di vendita inevasi sparsi sul pavimento e da trader che con le braccia incrociate attendono il suono della campana, Wall Street registra un andamento negativo.

“Siamo tutti qui a bere il caffe’ in attesa che il mercato riapra”, commenta amaramente Micheal Lyons trader di Morgan Stanley.

Note di colore a parte, il blocco tecnico del Nyse contribuisce ad affievolire i volumi di scambio anche al Nasdaq, in balia della pioggia dei ‘profit warning’ che stanno colpendo l’intero settore high tech.

Male anche l’indice delle blue chip che fino alle 11:15 ora di New York (17:15 ora italiana) rimarra’ attivo grazie alle contrattazioni sui due titoli del Nasdaq presenti sul listino: Intel (INTC – Nasdaq) e Microsoft Corp. (MSFT – Nasdaq).

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Attualmente risulta negativa anche Intel malgrado il buon avvio di giornata a margine delle dichiarazioni di giovedi’ sera in cui la compagnia rassicurava il mercato sui propri risultati futuri.

Intel ha mantenuto infatti invariate le proprie stime di bilancio sul secondo trimestre dell’anno.

A meta’ aprile, la societa’ aveva detto di prevedere un fatturato compreso tra $6,2 miliardi e $6,8 miliardi, in calo del 25% rispetto agli $8,3 miliardi registrati nei primi tre mesi del 2001.

Per quanto riguarda gli utili, poi, il consensus (First Call/Thomson Financial) e’ di 11 centesimi per azione.

Sebbene si attenda di chiudere il trimestre in linea con le proprie stime, il primo produttore di chip al mondo ha fatto sapere che le vendite potranno attestarsi nella parte piu’ bassa del range atteso.

“Continuamo ad assistere ad una stabilizzazione delle attivita’ nel settore semiconduttori – si legge in un comunicato della societa’ – piu’ deboli sono invece le operazioni correlate al comparto telecomunicazioni”.

“Quello a cui stiamo assistendo e’ una vera e propria sfida tra Intel e il resto del Nasdaq – ha affermato Art Hogan, chief market analyst di Jefferies & Co. – una sfliza di compagnie, non solo Juniper, ci stanno facendo conoscere cio’ che sta accadendo e non si tratta di notizie buone”.

Sulla scia delle buone comunicazioni provenienti dal colosso americano Intel, intanto la banca d’affari Prudential Securities ha aumentato il rating ad una serie di societa’ del settore semiconduttori.

Tuttavia neppure tali notizie positive hanno potuto annullare gli effetti nefasti scaturiti a margine della sfilza di utili emessi da alcuni colossi high tech.

3Com (COMS – Nasdaq) ha lanciato un allarme utili sul secondo trimestre, il suo quarto fiscale, motivando il declino con alti costi di ristrutturazione e alti livelli di scorte di magazzino.

3Com ha dichiarato di prevedere un fatturato compreso tra $450 milioni e $475 milioni, in calo rispetto alle stime degli analisti, che si attendevano un dato pari a $575 milioni.

Notizie non proprio brillanti anche da National Semiconductor (NSM – Nyse), che nel suo quarto trimestre fiscale ha registrato una perdita di $44,4 milioni pari a 26 centesimi per azione.

La societa’ ha cosi’ raggiunto il break even pro forma, mentre gli analisti si attendevano una perdita di 3 centesimi per azione.

Nello stesso periodo dello scorso anno la compagnia aveva riportato un utile di $134,2 milioni pari a 68 centesimi per titolo.

Sempre nel quarto trimestre fiscale, il fatturato e’ sceso del 33% a $401,2 milioni dai $595,3 dello scorso anno.

Per l’anno intero, invece, gli utili complessivi sono ammontati a $305,5 milioni pari a $1,62 per azione, mentre i ricavi sono arrivati a $2,1 miliardi.

Per il prossimo primo trimestre fiscale National Semiconductor ha previsto una perdita tra i 30 e i 35 centesimi per azione.

Peggiora decisamente il clima dei mercati Juniper Networks (JNPR – Nasdaq) che ha annunciato il taglio dell’8-9% della forza lavoro a causa della decelerazione che ha colpito il settore delle comunicazioni.

Il produttore di apparecchiature per la rete ha anche rivisto le previsioni sul fatturato del secondo trimestre da $300-$330 milioni a $200-$210 milioni.

Gli utili dovrebbero cosi’ ammontare a 8-9 centesimi ad azione contro le aspettatice di 22-26 centesimi degli analisti.

Merrill Lynch continua pero’ a dichiararsi cauta nei confronti del settore tecnologico.

Il calo della domanda sta provocando un eccesso delle scorte, soprattutto nel comparto telecomunicazioni e, secondo la banca d’affari, ci vorranno 3-4 trimestri prima di riportare le scorte a livelli accettabili.

La debolezza dell’economia americana sembra poi essersi diffusa all’estero, non solo in Europa, ma anche in Asia, e verso un rallentamento globale.

Secondo Merrill Lynch, una ragione del rallentamento va ricercata nei margini di profitto delle societa’.

Il rapporto prezzi/vendite (p/e) per i titoli tecnologici e’ ancora di 5-6 volte, troppo alto considerando che le vendite sono destinate a scendere quando i margini saranno posti sotto pressione.

Merrill Lynch suggerisce quindi di rimanere leggeri nel settore high tech, sebbene consigli il sotto-settore dei servizi per i computer, che e’ un buon gruppo difensivo – la catena di scorte, le connessioni, i distributori e i produttori di EMS. L’immagazzinamento dati dovrebbe poi dimostrare una buona crescita a lungo termine.

Tra i sottosettori da alleggerire: le apparecchiature per la telecomunicazione wireless e i semiconduttori.

Merrill Lynch pensa che ci siano pero’ una serie di titoli che gli investitori dovrebbero acquistare con una visione a 3-5 anni, poiche’ si e’ sull’orlo di una nuova ondata di computerizzazione incentrata sulla rete ed e’ quindi probabile un cambiamento della leadership.

Da segnalare infine DuPont (DD – Nyse) che vendera’ la sua divisione farmaceutica per $7,8 miliardi a Bristol-Myers Squibb (BMY – Nyse).

Parte del denaro incassato servira’ a completare il buy back azionario di $2,5 miliardi.

La compagnia ha anche in programma di eseguire un ulteriore buy back questa volta di $2 miliardi che avra’ luogo una volta che sara’ terminato il buy back precedente.

E infine Walt Disney (DIS – Nyse) che secondo quanto riferito dal Los Angeles Time, tagliera’ 1.000 posti di lavoro a partire da oggi e nelle prossime settimane.