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WALL ST: NUOVO SELL-OFF, ALERT GM, $1 PER CITI

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Dopo il breve rally registrato alla vigilia, i listini americani sono tornati a trattare in territorio negativo, chiudendo la seduta in forte ribasso. Il Dow Jones ha ceduto il 4.09% a 6594, l’S&P500 il 4.25% a 682, il Nasdaq e’ arretrato del 4% a 1299. A dare la stura alle vendite sono stati i rinnovati timori sulla stabilita’ del settore finanziario e l’allarme sulla potenziale bancarotta di General Motors.

Il titolo della casa automobilistica di Detroit e’ scivolato sotto la soglia dei $2, lasciando sul terreno il 15% circa, dopo che il rapporto annuale consegnato dai vertici dell’azienda alla Sec (la Consob americana) ha sollevato forti dubbi sulla capacita’ di proseguimento nelle normali operazioni di produzione. Il gruppo ha gia’ ricevuto $13.4 miliardi dal governo americano ed avrebbe bisogno di prestiti per almeno $30 mld per cercare di superare la crisi.

Le vendite hanno interessato tutti i fronti, ma a soffrire maggiormente e’ stato ancora una volta il settore finanziario, appesantito dalla brutta prova di Citigroup, per la prima volta nella sua storia scivolato sotto la soglia psicologica di $1. Il titolo e’ arretrato del 15% circa, solo nel 2009 ha registrato un deprezzamento dell’85% del proprio valore, nonostante le nuove iniezioni di capitali giunte da Washington. L’agenzia di rating Moody’s ha confermato che potrebbe emettere un downgrade sulla qualita’ del credito di Bank of America e Wells Fargo, mentre ha abbassato l’outlook su JP Morgan a “Negative”. I tre titoli hanno archiviato la seduta in forte calo.

Contrastati gli ultimi dati macro che hanno evidenziato un quadro economico ancora debole. La produttivita’ del quarto trimestre ha registrato a sorpresa un calo dello 0.4%, spiazzando le attese degli economisti; gli ordini alle fabbriche sono diminuiti (anche se in misura inferiorie alle stime), mentre le nuove richieste di sussidio da parte dei disoccupati sono risultate in calo, non distanti comunque dai livelli record.

C’e’ grande apprensione ora per l’aggiornamento sul mercato del lavoro in programma per domani. Le stime degli economisti riportano che gli Stati Uniti potrebbero aver perso 650 mila posti di lavoro lo scorso mese, alimentando nuove preoccupazioni sulle prospettive della spesa dei consumatori. “I dati macro continuano a rappresentare una grande preoccupazione” ha affermato Eric Ross, manager di Canaccord Adams. “Tutti ormai sanno che l’economia va male, ma non penso che il problema sia questo. Il vero problema e’ che il governo chiaramente non ha una soluzione”.

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Nel complesso, le societa’ di vendite al dettaglio hanno riportato vendite comparate migliori delle attese nel mese di febbraio. Ma gli analisti sottolineano che a causa dei forti tagli apportati ai prezzi, per invogliare i consumatori all’acquisto, a risentirne saranno i margini sui profitti. A distinguersi in positivo e’ stata l’azienda leader del settore, Wal-Mart, che ha registrato un rialzo del dato a febbraio pari a +5.1%, ben oltre le attese degli economisti che erano per un progresso del 2.6%. Il titolo ha guadagnato il 2.80%.

Wal-Mart, con Pfizer e General Electric, sono stati gli unici componenti del Dow Jones in grado di terminare la giornata in territorio positivo. Tra le Big del comparto hi-tech, hanno chiuso in ribasso Apple, Microsoft, Intel e Google.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico, in ribasso il petrolio. I futures con scadenza aprile hanno ceduto $1.77 a $43.61 al barile. Sul valutario, euro in calo nei confronti del dollaro. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.2550. In buon progresso l’oro: i futures con consegna aprile hanno guadagnato $21.10 a $927.80 l’oncia. Rimbalzano infine i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ sceso al 2.8190% dal 3.0110% di mercoledi’.