I listini americani hanno chiuso per la seconda volta consecutiva la seduta in forte calo. A spingere al ribasso gli indici sono ancora una volta le preoccupanti prospettive di crescita economica, confermate dalle ultime trimestrali societarie e dalle deboli vendite al dettaglio di ottobre. Il Dow Jones ha ceduto il 4.85% a 8695, l’S&P500 il 5.03% a 904, il Nasdaq e’ arretrato del 4.34% a 1608. Tenuto conto del sell-off della sessione precedente, gli indici hanno realizzato la peggiore performance degli ultimi 21 anni. I drastici tagli ai tassi d’interesse effettuati dalle Banche Centrali in Europa hanno intensificato i timori sul fatto che la recessione possa rivelarsi piu’ grave del previsto, cio’ ha avuto l’effetto di spaventare ulteriormente gli investitori sul futuro corso dell’economia.
“Il prossimo passo per i mercati e’ determinare la profondita’ e la durata del rallentamento economico” dice Tony Crescenzi, bond market strategist at Miller Tabak. “Non e’ necessario che i dati macro risultino in miglioramento da subito, ma e’ fondamentale che non peggiorino”. Meno ottimista Mike Morcos, manager di Old Second Wealth Management secondo cui “siamo ancora lontani dalla conclusione delle difficolta’ economiche”. “Gli utili aziendali nel prossimo anno continueranno con molte probabilita’ a scendere, le stime peggioreranno sensibilmente”.
Negli ultimi due giorni l’indice S&P500 ha lasciato sul terreno circa il 10%, mettendo a rischio il rialzo realizzato nei giorni scorsi, in recupero dai minimi dello scorso 27 ottobre. L’indice continua ad essere in calo del 37% dall’inizio dell’anno (peggiore performance dal ’37) e del 42% dal top dell’ottobre dello scorso anno. 23 delle 27 societa’ facenti parte dell’indice retail dello S&P500 hanno chiuso in calo dopo le deludenti vendite comparate di ottobre.
Gli effetti della crisi infatti si fanno sempre piu’ evidenti negli Stati Uniti, le famiglie americane stanno di conseguenza riducendo la spesa per i beni di non primaria necessita’. Lo scorso mese le vendite ‘same-store’ (relative a punti vendita con almeno un anno di attivita’ alle spalle) sono risultate in calo dello 0.9% (prima volta negli ultimi 7 mesi), oltre le attese degli analisti. Escluso il contributo del colosso Wal-Mart il dato ha registrato un tonfo del 4.2%. Costo, Limited Brands, Target, Big Lots, Saks, Macy’s sono solo alcune delle aziende ad aver deluso le attese.
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A gravare sulla performance dei listini sono stati anche gli ultimi numeri fiscali di Cisco Systems: il colosso delle infrastrutture network ha ceduto terreno dopo aver annunciato un calo delle vendite nel trimestre in corso compreso tra il 5% ed il 10%; per il trimestre da poco conclusosi invece l’azienda ha riportato profitti piatti su un incremento dell’8% delle vendite. “Sebbene la durata del trend negativo resti poco chiara, Cisco ha praticamente congelato le assunzioni e ridotto la spesa per circa $1 milioni da qui alla fine dell’anno: cio’ anticipa qualcosa di piu’ grave che un semplice rallentamento” hanno commentato preoccupati gli analisti.
Cattive notizie anche dall’azienda media News Corp, in evidente difficolta’ durante l’arco dell’intera seduta: il gruppo di Murdoch ha registrato un calo del 30% dei profitti e rivisto al ribasso le prospettive sui risultati futuri, il titolo e’ arretrato del 16%. Il gruppo di private equity Blackstone e’ arretrato di oltre il 10% dopo aver riportato la peggiore perdita trimestrale da quando la societa’ si e’ quotata in borsa.
Contrastate le notizie giunte dal fronte macroeconomico. Nell’ultima settimana le richieste di sussidio da parte dei disoccupati sono diminuite risultando pero’ superiori alle attese ed a livelli ancora elevati che gli analisti definiscono da “recessione”, mentre il dato preliminare sulla produttivita’ avanzado +1.1% ha battuto le stime degli economisti (+0.7%). C’e’ grande attesa ora per il rapporto occupazionale in programma per la giornata di venerdi’ e per cui e’ previsto il decimo calo mensile consecutivo.
Sugli altri mercati, in ritracciamento il petrolio. I futures con consegna dicembre sono arretrati a quota $60.77 al barile, in ribasso -$4.53. Sul valutario, in flessione l’euro nei confronti del dollaro dopo la decisione della BCE di tagliare i tassi d’interesse. Nel tardo pomeriggio di giovedi’ a New York il cambio tra le due valute e’ di 1.2708. Vendite sull’oro: i futures con consegna dicembre sul metallo prezioso hanno ceduto $10.20 a $730.20 l’oncia. Arretrano infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.7070% dal 3.6940% di mercoledi’.
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