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WALL ST. NON SI SBILANCIA, MA SETTIMANA POSITIVA

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I listini azionari americani chiudono la settimana incerti tra denaro e lettera, con le cifre contrastanti giunte dal mercato del lavoro che hanno offerto agli investitori una ragione valida per mantenere un approccio cauto. Il Dow Jones e’ avanzato dello 0.15% a 8763, chiudendo di pochi punti sotto i massimi del 2009. L’S&P 500 ha ceduto lo 0.25% a 940, il Nasdaq ha chiuso con un ribasso frazionale dello 0.03% a 1849. L’indice industriale ha archiviato la settimana con un balzo del 3.1%, il paniere allargato del 2.3%, mentre il listino dei tecnologici ha accumulato guadagni pari al +4.2%.

Il Dipartimento del Lavoro ha annunciato che nel mese di maggio l’economia ha perso meno posti di lavoro del previsto. I tagli si sono attestati sui livelli piu’ bassi mai toccati dallo scorso settembre, alimentando in un primo momento le speranze che il peggio della recessione sia ormai alle spalle e che l’economia sia pronta ad attraversare una fase di recupero.

Tuttavia, il tasso di disoccupazione, balzato al 9.4% dall’8.9% del mese precedente, ha ricordato agli investitori che lo stato di salute del mercato del lavoro e’ ancora deficitario, dimostrando che le aziende sono ancora riluttanti a tornare ad assumere personale.

“Quando quasi il 10% delle persone sono senza lavoro, e’ difficile dire che le cose sono molto positive”, sostiene Anthony Conroy, head trader per il gruppo BNY ConvergEx. “I mercati si sentono sollevati anche se l’economia e’ ancora debole”.

La situazione occupazionale viene tenuta in grande riguardo dagli investitori, perche’ viene vista come una cartina al tornasole dello stato di salute dell’intera economia, specialmente in tempo di recessione. Le perdite di posti di lavoro interessano e di conseguenza compromettono, le piu’ disparate aree dell’economia, tra cui le spese al consumo, le vendite al dettaglio e il mercato immobiliare.

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Il numero di posti di lavoro persi in maggio e’ il piu’ basso dallo scorso settembre, un dato che sembra troppo bello per essere vero per alcuni investitori. In mattina nelle sale operative si sono rincorse le voci secondo cui il governo avrebbe pubblicato cifre errate, spingendo momentaneamente in ribasso il Dow. Il Dipartimento del Lavoro ha smentito le speculazioni.

Guardando alle performance settoriali, salta all’occhio il rialzo dei titoli legati alle commodity. Le azioni del colosso dell’alluminio Alcoa mettono a segno un rialzo del 4%. Fa ancora meglio Rio Tinto, che si rende protagonista di un balzo di oltre il 5%. Si erodono nel pomeriggio I guadagni delle banche. Citigroup chiude in rosso dopo l’ottima partenza in scia alle indiscrezioni del Wall Street Journal secondo cui l’agenzia federale Federal Deposit Insurance Corp. sta facendo pressioni sulla banca affinche’ decida per un rinnovamento delle alte cariche del gruppo, alimentando i dubbi sul futuro dell’amministratore delegato Vikram Pandit.

Le voci di un imminente ritorno dell’amministratore delegato, Steve Jobs, sostengono i titoli Apple all’interno di un settore, quello hi-tech, poco tonico quest’oggi. Stando a quanto riportato dal Wsj, il confondatore del colosso informatico sarebbe pronto a tornare alla guida della societa’ gia’ da questo mese. Limano le peride le DuPont (-1%), depresse in avvio dal declassamento di Merrill Lynch ad Underperform, alla luce dei timori sia sul fronte dei fondamentali che per quanto riguarda il valore attuale dei titoli.

Sugli altri mercati, in ribasso le quotazioni del petrolio Usa. I futures con consegna luglio hanno chiuso in calo di $0.37 a $68.44, dopo aver toccato in giornata i massimi di 7 mesi, sopra quota $70. Sul valutario, euro in ribasso sulla controparte americana. Nel tardo pomeriggio di venerdi’ il cambio e’ pari a $1.3970. In netto calo l’oro, sceso a $962.60 (-$19.70) l’oncia. Ancora deboli i Titoli di Stato Usa: il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 3.8620% dal 3.5510% di giovedi’.