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WALL ST. NERVOSA, NON CE LA FA AD ALLUNGARE

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La Borsa di New York non ce l’ha fatta a chiudere in progresso per la quarta seduta consecutiva, con i rialzi che si sono brevemente sgonfiati nel pomeriggio dopo la pubblicazione del Beige Book della Federal Reserve. Il Dow Jones ha perso lo 0.09% a quota 10396.61, il Nasdaq ha chiuso invariato a 2280.68 punti, mentre l’S&P 500 e’ avanzato dello 0.04% a 1118.78.

Dal rapporto della Banca Centrale e’ emerso che l’economia sta continuando a crescere, ma ad un ritmo troppo moderato per poter far ripartire le assunzioni. L’istituto ha inoltre sottolineato la debolezza dell’immobiliare commerciale e della domanda di prestiti. Il governo, intanto, ha fatto un passo in avanti verso l’imposizione di limitazioni piu’ restrittive alle attivita’ di trading delle banche.

Il mercato ha scambiato in territorio positivo per gran parte della seduta, sostenuto dal ribasso del dollaro e dalle cifre macro positive giunte dal settore terziario, cresciuto sui massimi da ottobre 2007.

Particolarmente richieste sul Dow le azioni di Caterpillar (+1%), General Electric (+0.75%) e Alcoa (+0.98%). Non si puo’ dire lo stesso di Pfizer, McDonald’s e Intel che sono state rilegate in fondo al listino delle blue chip.

In ambito macro, notizie relativamente positive sono giunte anche dal mercato del lavoro. Il rapporto ADP e’ risultato in linea con le stime. Il settore privato Usa ha perso 20 mila posti in febbraio contro i 60 mila bruciati in gennaio (dato rivisto da -22 mila). Venerdi’ il governo annuncera’ le cifre relative al rapporto mensile sull’occupazione, da cui ci attende un tasso di disoccupazione al 9.8% e la perdita di 20 mila posti di lavoro.

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L’ISM dei servizi e’ risultato pari a 53 punti, un livello piu’ alto delle stime. Il Beige Book della Fed ha invece evidenziato una crescita a ritmo moderato dell’economia, favorita dalle spese dei consumatori, ma penalizzata da un mercato del lavoro anemico.

Nel frattempo la Grecia ha annunciato un piano per apportare nuovi tagli di bilancio, pari a 4.8 miliardi di euro ($6.6 miliardi). Tra le misure previste, figurano un innalzamento delle tasse e la riduzione degli stipendi per i didendenti statali. I leader dell’Unione Europea hanno esortato Atene a diminuire ulteriormente il debito prima di affidarsi agli eventuali aiuti del blocco Ue.

Colpite dalle vendite le societa’ di assistenza sanitaria, che pagano l’ultimo appello lanciato in extremis al Congresso dal presidente Obama per l’approvazione della riforma dell’health-care.

Pfizer soffre invece per le notizie secondo cui il farmaco studiato per la cura i casi di Alzheimer di sua produzione, in collaborazione con Medivation, non ha raggiunto gli obiettivi prefissati.

Goldman Sachs fa peggio del settore, dopo che l’analista di Rochdale Securities Dick Bove ha ridotto le sue previsioni per la banca d’affari, citando la debole perfomance delle attivita’ di trading.

Sempre tra le singole prove si distingue in negativo Netflix, titolo tra i piu’ scambiati. La societa’ di noleggio video e streaming online paga il declassamento di due tacche a Underperform da parte di Bofa-Merrill Lynch, secondo cui l’azienda dovrebbe triplicare la base clienti perche’ il prezzo delle azioni in Borsa sia giustificato.

Sul fronte delle trimestrali, i conti fiscali della catena di magazzini Costco (-1%) e BJ’s Wholesale (-5%) hanno deluso le attese, mentre la scoeita’ retail Big Lots (+1.65%), specializzata nella vendita di scorte in eccesso, ha fatto meglio delle previsioni.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico le quotazioni del greggio accelerano ancora. I futures con consegna aprile avanzano di $1.19 attestandosi a $80.87 al barile (+1.5%) sui massimi di sette settimane. E’ la prima volta dal 24 febbraio che i contratti chiudono sopra quota $80.

Sul valutario la moneta unica guadagna terreno a $1.3702. L’oro avanza di $5.90 a quota $1143.30 l’oncia. In flessione i Titoli di Stato, con il rendimento sul benchmark decennale che si attesta al 3.625% (+11 punti base).